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il mondo nell'Ottocento

l'inebriante, crescente potere dell'uomo

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Introduzione

un nuovo potere sulla natura

L'Ottocento vede una mai vista crescita del potere dell'uomo sulla realtà materiale: scienza e tecnologia danno all'umanità (si vedano la prima e la seconda rivoluzione industriale), un crescente dominio sulla natura.

Un effetto negativo che si può collegare a questa sorta di ebrezza fu la nascita di filosofie che teorizzano una sorta di divinità dell'uomo (non certo come singolo individuo, ma come collettività). Tra di esse si possono ricordare quella di Hegel, di Marx, di Comte. Questo sarà foriero, nel Novecento, di disastrosi progetti.

Tuttavia il progredire della scienza e delle tecnica può essere visto come qualcosa di intrinsecamente positivo, come una realizzazione delle potenzialità umane. Che poi queste siano state usate più o meno bene non dipende dalla scienza o dalla tecnica, ma dal soggetto che le ha poi manipolate.

... e sulla società

L'umanità ottocentesca accetta sempre di meno di sottostare a qualcosa di imposto, anche a livello di convivenza civile. Per questo ci si ribella a formazioni statali percepite come non rispondenti alla propria identità collettiva (gli imperi) e si cerca di avere un controllo (popolare) sul potere politico. Così dal punto di vista politico l'Ottocento vede il progressivo affermarsi di due tendenze

  • l'affermarsi del principio di nazionalità, che porta alla dissoluzione degli imperi e alla diffusione di Stati nazionali
  • l'affermarsi della democrazia, con progressivo estendersi del suffragio universale.

il principio di nazionalità

o la riscossa delle nazioni

In sintesi il principio di nazionalità significa che una nazione deve avere un suo Stato. Che cosa è una nazione? È una realtà etnica accumunata soprattutto dalla stessa lingua, il che però implica una qualche forma di comunanza anche di mentalità e usanze [per approfondire].

Gli Stati nazionali nascono ben prima dell'Ottocento, ma si tratta degli Stati dell'Europa occidentale: Portogallo, Spagna, Francia, Inghilterra. Il resto del continente è ancora caratterizzato o da realtà frammentate (come nel caso italiano e tedesco) o da imperi plurinazionali. Nell'Ottocento, grazie anche allo stimolo delRivoluzione francese e di Napoleone (al quale si deve, ad esempio, la nascita di un, seppur piccolo e sottomesso all'egemonia francese, regno d'Italia) si afferma sempre di più l'esigenza che alle nazioni corrispondano degli Stati (nazionali).

Le prime nazioni a unificarsi (nel caso tedesco) e a rendersi unite e indipendenti (nel caso italiano) saranno appunto la Germania e l'Italia, con processi prevalentemente condensati negli anni '60 dell'Ottocento. Nel caso italiano, com'è noto, si parla di Risorgimento (della nazione italiana).

Le nazioni dell'Europa orientale (come la Polonia e in genere i popoli slavi) invece dovranno, per lo più, aspettare la Prima Guerra mondiale per diventare indipendenti. Anzi, nemmeno allora tutte otterranno una vera e propria indipendenza (ad esempio perché si creeranno Stati plurinazionali come la Yugoslavia e la Cecoslovacchia)

il principio democratico

Esso comportò un progressivo allargamento del suffragio, che da ristretto e censitario, diventa alla fine universale. Se ne parla in dettaglio nella già citata pagina sull'affermarsi della democrazia.