Il cogito
l'unica certezza: l'io
Francesco Bertoldi
«je pense, donc je suis» (Discours de la méthode)
Il fondamento certo è allora l'io, il cogito, se anche venissi ingannato su tutto, almeno non lo potrei sul fatto che io penso.
«Ma subito dopo mi accorsi che mentre volevo pensare, così, che tutto è falso, bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità: penso, dunque sono, era così ferma e sicura, che tutte le supposizioni più stravaganti degli scettici non avrebbero potuto smuoverla, giudicai che potevo accoglierla senza timore come il primo principio della filosofia che cercavo.»(testo originale )
«Io sono, se mi inganna; e mi inganni quanto vuole, non potrà mai fare in modo che io non sia nulla, per tutto il tempo che penserò di essere qualcosa» (testo orginale ).
Che cosa è l'io, affermato come prima certezza? E' res cogitans, pensiero, atto di pensare e di immaginare, ricordare, sentire, volere; mentre in questa fase Cartesio non sa ancora se egli abbia o no un corpo e se agli atti soggettivi appena ricordati corrispondano i termini oggettivi relativi (cioè le cose pensate, immaginate, ricordate, sentite, volute). Posso infatti concepirmi come pensiero, anche senza il corpo, in modo chiaro e distinto, mentre di avere un corpo non ho ancora una conoscenza chiara e distinta.
«Ma che cosa, dunque, sono io? Una cosa che pensa. E che cos'è una cosa che pensa? è una cosa che dubita, che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che immagina anche, e che sente.» (testo originale )
Io sono
«una sostanza la cui intera essenza o natura consiste nel pensare, e che per esistere, non ha bisogno di alcun luogo, né dipende da alcuna cosa materiale» (testo originale )
D'altra parte occorre guadagnare altre certezze, oltre a questa prima: non posso certo accontentarmi di sapere che esisto io.