un ritratto di Cartesio

Il cogito

l'unica certezza: l'io

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«je pense, donc je suis» (Discours de la méthode)

Il fondamento certo è allora l'io, il cogito, se anche venissi ingannato su tutto, almeno non lo potrei sul fatto che io penso.

«Ma subito dopo mi accorsi che mentre volevo pensare, così, che tutto è falso, bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità: penso, dunque sono, era così ferma e sicura, che tutte le supposizioni più stravaganti degli scettici non avrebbero potuto smuoverla, giudicai che potevo accoglierla senza timore come il primo principio della filosofia che cercavo.»(Mais aussitôt après je pris garde que, pendant que je voulais ainsi penser que tout était faux, il fallait nécessairement que moi qui le pensois fusse quelque chose; et remarquant que cette vérité, _je pense, donc je suis_, était si ferme et si assurée, que toutes les plus extravagantes suppositions des sceptiques n'étaient pas capables de l'ébranler, je jugeai que je pouvais la recevoir sans scrupule pour le premier principe de la philosophie que je cherchois.)

«Io sono, se mi inganna; e mi inganni quanto vuole, non potrà mai fare in modo che io non sia nulla, per tutto il tempo che penserò di essere qualcosa» (Haud dubie igitur ego etiam sum, si me fallit; et fallat quantum potest, nunquam tamen efficiet, ut nihil sim quamdiu me aliquid esse cogitabo. Adeo ut, omnibus satis superque pensitatis, denique statuendum sit hoc pronuntiatum, Ego sum, ego existo, quoties a me profertur, vel mente concipitur, necessario esse verum.).

Che cosa è l'io, affermato come prima certezza? E' res cogitans, pensiero, atto di pensare e di immaginare, ricordare, sentire, volere; mentre in questa fase Cartesio non sa ancora se egli abbia o no un corpo e se agli atti soggettivi appena ricordati corrispondano i termini oggettivi relativi (cioè le cose pensate, immaginate, ricordate, sentite, volute). Posso infatti concepirmi come pensiero, anche senza il corpo, in modo chiaro e distinto, mentre di avere un corpo non ho ancora una conoscenza chiara e distinta.

«Ma che cosa, dunque, sono io? Una cosa che pensa. E che cos'è una cosa che pensa? è una cosa che dubita, che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che immagina anche, e che sente.» (Sed quid igitur sum? Res cogitans. Quid est hoc? Nempe dubitans, intelligens, affirmans, negans, volens, nolens, imaginans quoque, et sentiens.)

Io sono

«una sostanza la cui intera essenza o natura consiste nel pensare, e che per esistere, non ha bisogno di alcun luogo, né dipende da alcuna cosa materiale» (je connus de là que j'étais une substance dont toute l'essence ou la nature n'est que de penser, et qui pour être n'a besoin d'aucun lieu ni ne dépend d'aucune chose matérielle; en sorte que ce moi, c'est-à-dire l'âme, par laquelle je suis ce que je suis, est entièrement distincte du corps, et même qu'elle est plus aisée à connaître que lui, et qu'encore qu'il ne fût point, elle ne lairroit [sic] pas d'être tout ce qu'elle est.)

D'altra parte occorre guadagnare altre certezze, oltre a questa prima: non posso certo accontentarmi di sapere che esisto io.

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