epistemologia
Gaston Bachelard (1884/1962)
vita
Nato a Bar-sur-Aube da famiglia poco abbiente, dovette lavorare in posta dal 1903 al 1913, contemporaneamente studiando e laureandosi in matematica nel 1912.
Insegnò scienze nella scuola secondaria della sua città natale, dottorandosi in filosofia solo nel 1927. Tre anni dopo ottiene di insegnare all'Università di Digione (dal '30 al '40), per passare poi a una cattedra alla Sorbona (fino al '54).
pensiero
discontinuità nel progresso
Anche per lui come per Brigdman, la scienza non giunge mai a conclusioni definitive, però non è un progresso continuo, ma discontinuo, che avviene tramite delle rotture epistemologiche, come quella verificatasi con la seconda rivoluzione scientifica.
fecondità dell'errore (la filosofia del non
)
Nel progresso della scienza sono importanti gli errori, anzi le verità nascono sempre come correzioni di errori. Lo spirito scientifico perciò è essenzialmente uno spirito di negazione, e l'epistemologia deve dire continuamente dei no
al passato, ai pregiudizi e alle concezioni totalizzanti.
fattori extraconcettuali
Altro fattore nel progresso della scienza sono fattori finora trascurati, come l'immaginazione (fecondo è a suo avviso il rapporto tra scienza e letteratura), le idee metafisiche, religiose, politiche, e influsso esercitano anche le condizioni economiche e sociali. Grande attenzione diede al tema della rêverie, le fantasie oniriche, ritenendo che lasciarsi andare all'immaginazione sia positivo per il pensiero concettuale.
C'est près de l'eau que j'ai le mieux compris que la rêverie est un univers en émanation, un souffle odorant qui sort des choses par l'intermédiaire d'un rêveur. Si je veux étudier la vie des images de l'eau, il me faut donc rendre leur rôle dominant à la rivière et aux sources de mon pays. Je suis né dans un pays de ruisseaux et de rivières, dans un coin de Champagne vallonnée, dans le Vallage, ainsi nommé à cause du grand nombre de ses vallons. La plus belle des demeures serait pour moi au creux d'un vallon, au bord d'une eau vive, dans l'ombre courte des saules et des osières.
Influsso negativo invece lo hanno i pregiudizi, le opinioni dominanti nel senso comune. In tal senso promosse un incontro dell'epistemologia con la psicoanalisi, soprattutto con Jung, proponendo una psicoanalisi della conoscenza oggettiva, che tematizzi gli ostacoli di natura extra-logica, che possono intralciare il lavoro di uno scienziato.
La filosofia deve fare continuamente i conti con la scienza.
Karl Popper (1902-94)
Nato a Vienna da famiglia ebraica, ha studianto anzitutto fisica e matematica nella sua città, dove ha anche conosciuto i membri del Circolo di Vienna, coi quali avrebbe poi polemizzato.
Un episodio della giovinezza (18 anni) di Popper da lui stesso narrato ci dice dell'origine della sua avversione a modi totalizzanti e ingiustificati di pensare: partecipò dapprima a una manifestazione contro la polizia fatta da marxisti, che si concluse con tafferugli, morti e feriti (e nessuno degli allora suoi compagni di lotta seppe rendergli ragione di tali scelte), poi assistette a una conferenza di Einstein in cui con molta modestia il grande fisico illustrava i suoi convincimenti, dicendosi sempre pronto a modificarli allorché qualcuno gliene avesse mostrato la falsità; e si convinse della enorme superiorità di una teoria che accetta di essere controllata su una teoria dogmaticamente affermata.
In polemica coi neopositivisti e il loro principio di verificazione, basato sull'induzione, che essi supponevano assolutamente valido,
Popper sostenne il falsificazionismo: una teoria per essere scientifica deve poter indicare quali esperienze potrebbero smentirla.
il progresso della scienza
La scienza non progredisce in modo lineare, accumulando verità su verità ricavate da una osservazione dei fatti senza alcuna aspettativa, come se la mente umana fosse una tabula rasa
ma mediante congetture e confutazioni, le prime perché la mente ha in sé delle aspettative e fa delle previsioni sull'esperienza, le seconde perché l'errore si rivela fecondo per spingere la conoscenza verso un sempre maggior affinamento.
Il progresso della scienza è paragonabile all'evoluzione delle specie secondo Darwin: come in campo biologico le specie (/gli individui) più forti eliminano nella selezione naturale quelle (/quelli) più deboli, così nel corso della storia le teorie scientifiche deboli vengono sostituite da altre, più “forti”, più capaci di spiegare l'esperienza. E questa evoluzione non avrà mai fine.
realismo
L'evoluzione mai finita della scienza e il falsificazionismo non implicano uno scetticismo sulla portata della nostre conoscenze. Con Tarski Popper ritiene che la verità sia corrispondenza delle teorie ai fatti (reali).
Distinse in effetti tre mondi
- il mondo 1, composto dal mondo materiale,
- il mondo 2, costituito dagli stati di coscienza, dal pensiero,
- il mondo 3, costituito dall'oggetto della coscienza, dal contenuto dei pensieri, cioè dalle teorie, che possono essere vere o false a seconda che corrispondano o no ai fatti.
Al mondo 3 appartengono anche le teorie metafisiche e religiose, che egli valuta positivamente, in quanto possono essere sensate e stimolanti per la stessa ricerca scientifica (come l'atomismo filosofico antico stimolò l'atomismo scientifico).
la società aperta
Popper criticò ogni ottimismo storicistico totalizzante, come foriero di progetti totalitari, di una società chiusa (tali Platone, Hegel, Marx).
Occorre invece una open society, che procede gradualmente, con riforme sempre discutibili e migliorabili.
Thomas Kuhn (1922-96)
📔Opere principali di Kuhn
titolo originale | titolo ital. (o edizione) | anno |
The Copernican Revolution | Harvard Univ. Press Cambridge [MA] - London | 1957 |
Romano Guardini | Romano Guardini | 1961 |
The Structure of Scientific Revolutions | La struttura delle rivoluzioni scientifiche | 1962 |
rivoluzioni (non riforme)
La storia della scienza non solo suppone, come aveva visto Bachelard, delle rotture epistemologiche, ma i sistemi scientifici prima e dopo una di tali rotture, che lui chiama rivoluzioni scientifiche non sono commensurabili, sono due mondi diversi.
Tra due rivoluzioni si costituisce un periodo di scienza normale, caratterizzato dal riferimento a un paradigma universalmente accettato dalla comunità scientifica; finché i nuovi problemi risultano inquadrabili e risolvibili in base a tale paradigma, si ha un accrescimento della scienza di tipo progressivo e cumulativo.
Ma prima o poi sorgono dei problemi che non sono risolvibili all'interno di un paradigma vigente, e allora la comunità scientifica decide di adottarne uno completamente nuovo, operando appunto una rivoluzione scientifica (come quella dal sistema aristotelico-tolemaico a quello galileiano-newtoniano, o da quest'ultimo alla fisica relativistico-quantistica).
fattori extra-scientifici
Al mutamento di un paradigma possono contribuire anche fattori extrascientifici, come idee metafisiche, religiose, politico-sociali, artistiche.
Imre Lakatos (1922-74)
Ha preso le mosse da Popper, giungendo a conclusioni molto vicine a Kuhn. Quello che Kuhn chiamava paradigma diviene in Lakatos il programma di ricerca, qualcosa di meno contenutistico e di più metodologico: è l'insieme di regole metodologiche concordate dalla comunità degli scienziati; contenutisticamente vi è solo un nucleo euristico ad essere condiviso, lasciando spazio a cambiamenti non fondamentali.
La scienza allora progredisce in due modi
- lasciando invariato il nucleo euristico, con aggiustamenti cumulativi (e questo è il progresso più frequente)
- sostituendo lo stesso nucleo euristico, cambiando così l'intero programma di ricerca (attuando quella che Kuhn chiamava una rivoluzione scientifica)
Paul Feyerabend (1924-94)
Di origine austriaca, ma vissuto negli USA, partito da posizioni vicine a Popper, sostenne poi una epistemologia anarchica.
📔Opere principali di Feyerabend
titolo originale | titolo ital. (o edizione) | anno |
Against Method | Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza | 1975 |
Science in a free society | La scienza in una società libera | 1978 |
Farewell to Reason | Addio alla ragione. Saggi filosofici | 1987 |
Three Dialogues on Knowledge | Tre dialoghi sulla conoscenza | 1991 |
niente regole
Per la sua epistemologia anarchica, o dadaista, non esistono regole di metodo scientifico fisse, valide per tutti e per sempre; la più grandi scoperte scientifiche sono avvenute violando delle regole a quel tempo vigenti, anzi
non esiste neppure una regola (...) che non sia stata spesso violata durante lo sviluppo delle singole scienze.
Gli scienziati devono perciò essere liberi di inventare nuove strade, senza alcuna metodologia prefissata (pluralismo teorico e metodologico).
relatività dei fatti
Gli stessi fatti non esistono mai allo stato puro, ma sono sempre compresi dentro determinati quadri mentali, per cui uno scienziato vede solo ciò che sta dentro il quadro da lui scelto.
Questa tesi è molto più radicale di quella di Popper, che pur affermando che l'osservazione è condizionata dalla teoria, ritevena che le teorie dovessero cozzare
contro i fatti, lasciandosi da quelli giudicare.
quale criterio?
Venuto meno il riferimento a una esperienza misurante e a regole di metodo, viene meno:
- la commensurabilità di una teoria all'altra (come Kuhn)
- l'idea di una progressiva approssimazione alla verità (Popper) o di una cumulatività delle conoscenze (neopositivisti)
Che cosa resta? Un criterio di tipo pragmatico (l'efficacia, il successo, la capacità di persuasione dello scienziato).
scienza e società
Feyarabend denuncia lo strapotere della scienza nella società di oggi: la scienza non è sacrosanta, ed è solo uno dei molti strumenti inventati dall'uomo per far fronte al suo ambiente; oltre alla scienza esistono i miti, le metafisiche, le religioni.
Occorre un pluralismo antiautoritario, che dia vita a una società non solo aperta
(Popper), ma libera
, in cui a tutti siano riconosciuti eguali diritti, senza che le minoranze (negri, indiani, donne, gay) siano sopraffatte dal conformismo della maggioranza.
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