una foto di Stalin

Il comunismo sotto Stalin

l'apice della violenza

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lo stalinismo

Con Stalin il totalitarismo comunista assume una forma più disumana e sanguinaria.

aspetti economici

Stalin pose fine alla NEP, tra il '27 e il '28, e avviò un deciso processo di collettivizzazione, tanto nella campagne quanto nell'industria.

Nelle campagne promosse una forte azione contro la classe dei kulaki: questi non solo si videro confiscati i beni che erano riusciti ad accumulare, ma vennero in gran parte eliminati fisicamente. A questo processo di liquidazione della NEP si oppose invano Bucharin con altri esponenti del partito, che vennero condannati nel 1930 come deviazionisti di destra. Si calcola che vennero sterminati circa 5 milioni di kulaki, bambini compresi.

Eliminata ogni traccia di proprietà privata nelle campagne, non restavano che due possibilità: la fattorie collettive (i kolchoz) e le fattorie statali (i sovchoz).

Conseguenza immediata di questo processo fu, nel 1932-33, una nuova carestia, pienamente superata solo dopo il '35.


lavoratori
lavoratori

Un altro settore di intervento di Stalin fu quello delle industrie, con la promozione di una gigantesca industrializzazione forzata, grazie ai piani quinquennali, a partire dal 1928.

Un'economia pianificata si contrappone a un'economia di mercato, il cui l'andamento è determinato dalla legge della domanda e dell'offerta, in quanto è lo Stato che regola tutto, imponendo le quantità di merci da produrre in un dato lasso di tempo.

La politica dei piani quinquennali ebbe un suo successo: la produzione industriale aumentò vistosamente e il numero di operai passò da 3 milioni (1928) a 10 milioni (1937), con un notevole sviluppo delle città.

Questo impetuoso sviluppo fu reso possibile anche da una imponente mobilitazione ideologica, volta a suscitare entusiasmo tra i lavoratori, che venivano spinti a sopportare sacrifici anche pesanti, pur di assicurare un trionfo alla patria socialista. Emblematico, in questo senso, fu il caso di Aleksej Stachanov, che venne esaltato per aver estratto in una notte un quantitativo di carbone 14 volte superiore alla norma.

aspetti politico-culturali

Stalin, il piccolo padre fu un despota assoluto, una guida carismatica che non ammetteva critiche. A suo riguardo si sviluppò un vero e proprio culto della personalità.

Spietata era la repressione del dissenso, culminante nelle cosiddette grandi purghe, con cui milioni di persone vennero internate e uccise, molto spesso tra gli stessi comunisti; si poteva trattare anche di persone che non avevano tramato contro Stalin: terrore e arbitrio dominavano in URSS.

Una testimonianza di questo clima la troviamo negli scritti dell'editoria clandestina, il Samizdat, ad esempio nell'opera di uno dei più celebri dissidenti dell'URSS, Alexandr Solgenitsin, Arcipelago Gulag (se ne veda un breve brano).

Un pesante conformismo gravava così anche sulla vita culturale dell'Unione sovietica, con gli artisti ad esempio costretti a rimanere negli stretti canoni del cosiddetto realismo socialista, idealizzazione della realtà sovietica.

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