Il superuomo
un'umanità che si autodivinizza
Francesco Bertoldi
Si tratta della proposta "in positivo" di N.: occorre abbattere la morale (tradizionale) e la fede religiosa in Dio, affinché il superuomo sia.
Come si configura questa realtà? Si tratta di qualcosa di assolutamente nuovo, un tipo di umanità quale mai si era vista nella storia, la cui distanza dall'uomo come noi lo abbiamo conosciuto finora non è minore di quella che esiste tra la scimmia e l'uomo (in qualche modo, dunque la scimmia sta all'uomo, come l'uomo sta al superuomo).
Il tratto fondamentale del superuomo è la sua assoluta libertà (e potere) di autoaffermazione: in qualche modo, come per Hegel, Comte, Marx, l'uomo è divino, è "dio". Con la differenza che mentre per i citati pensatori il cosmo stesso (la natura non-umana) partecipa e concorre alla divinizzazione dell'uomo, in N. il superuomo ha a che fare con una natura e un mondo umano irrazionali: con tanto più veemente impeto allora allora la sua volontà di potenza dovrà imporsi per domarli e soggiogarli al suo progetto.
Zarathustra (...) parlò così:
L'uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo, un cavo al di sopra di un abisso. Un passaggio periglioso, un periglioso essere in cammino, un periglioso guardarsi indietro e un periglioso rabbrividire e fermarsi.
La grandezza dell'uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell'uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto.
Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando, poiché essi sono una transizione. Io amo gli uomini del grande disprezzo, perché essi sono anche gli uomini della grande venerazione e frecce che anelano all'altra riva. Io amo coloro che non aspettano di trovare una ragione dietro le stelle per tramontare e offrirsi in sacrificio: bensì si sacrificano alla terra, perché un giorno la terra sia del superuomo. (Così parlò Zarathustra, prefazione di Zarathustra)
Così, il Superuomo è chi disprezza anche la propria felicità: è "l'uomo del grande disprezzo", è colui che dice: «Che importa la mia felicità! Essa è indigenza e feccia e un miserabile benessere.» (ibidem). E si butta, senza una ragione, senza ragione, verso una scommessa irrazionale, tuffandosi nel vuoto più nero (verso il tramonto).
Così non insegna a fare il Cristianesimo, che invita a prendere sul serio la propria umanità, e la propria esperienza elementare, ritornando "come bambini", determinati dalla realtà e non da tenebrosi sogni e da elucubrazioni allucinate.
Aggiungiamo che il concetto di superuomo è stato comunque oggetto di divergenze interpretative: per lo più inteso in senso aristocratico (solo alcuni esseri umani giungeranno ad essere superuomini, dominando gli altri, che resteranno semplici uomini), qualcuno ha voluto intenderlo in senso democratico (tutti gli esseri umani diventeranno superuomini). Ma questa seconda interpretazione cozza contro l'argomento che il superuomo è colui che si autoafferma senza limiti, e dunque non può, strutturalmente, andare d'accordo con tutti.