Espansione e declino

del comunismo

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diffusione del comunismo

Tra le due guerre il comunismo russo si espande in buona parte dei territori dell'ex-impero zarista e dopo l'accordo Molotov-Ribbentropp occupa parte della Polonia e i paesi baltici (Lituania, Lettonia, Estonia).

Dopo la seconda guerra mondiale si verifica un salto di qualità: forte dei suoi meriti nella sconfitta del nazismo, Stalin ingloba nella sfera sovietica-comunista i paesi dell'Europa orientale (Polonia, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria), mentre Mao-Tze Tung assicura al comunismo l'intera Cina continentale (con l'esclusione della sola, piccola, isola di Taiwan, in cui si rifugia il suo rivale).

Mao
Mao Tse-Tung

Negli anni '60 e '70 il comunismo è in ulteriore fase espansiva: in Africa molti regimi diventano suoi alleati, in Asia cade l'intera regione indocinese (al seguito della guerra del Vietnam), nella stessa America gli Stati Uniti devono fare i conti con Cuba e con vari fenomeni di guerriglia di ispirazione comunista (mitica la lotta di Che Guevara), che li costringeranno ad affidarsi a regimi militari (particolarmente traumatico il caso del Cile, dove Pinochet rovesciò la secolare democrazia per impedire il consolidarsi di un regime di sinistra, guidato da Salvador Allende).

declino del comunismo

Negli anni Ottanta inizia il declino del comunismo:

  • sempre più in affanno dal punto di vista tecnologico-economico e incapace di reggere il confronto con l'Occidente (decisiva fu la scelta di Reagan, mirante a uno sviluppo di tecnologie militari, in particolare le cosiddette “guerre stellari”, cui l'URSS non seppe tener fronte)
  • in crisi per i suoi errori, in particolare l'invasione dell'Afganistan, che divenne “il Vietnam sovietico”; i massacri di Pol-Pot in Cambogia;
  • e per le sue divisioni interne, cxome la guerra Vietnam-Cambogia; Cina-Vietnam; e gli scontri Cina-URSS
  • debilitato dal crescente prestigio del nuovo Pontefice, Giovanni Paolo II, cui si deve il fenomeno Solidarnosc: in un paese comunista, la Polonia, vi aderirono, implicitamente contestando il regime, la quasi totalità di quella classe operaia che avrebbe dovuto essere compatta col regime.

A Gorbaciov, leader della transizione dal comunismo, va riconosciuto il merito di aver guidato in modo fondamentalmente incruento il passaggio verso la democrazia.

Restano oggi la Cina, l'Indocina e Cuba: ma anche tali paesi devono ormai adeguarsi agli standard economici del mercato libero e prima o poi l'inarrestabilità delle comunicazioni libere (satellite, internet) potrebbe minare in modo irreparabile uno dei pilastri del totalitarismo, ossia il monopolio della informazione e della cultura.

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