Bambini in fuga dalla guerra in Vietnam

Il mondo negli anni '60/'70

la massima avanzata del comunismo

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Introduzione

Che Guevara
Che Guevara

Se negli anni '50 i rapporti di forza tra mondo liberaldemocratico e mondo comunista si erano mantenuti piuttosto stabili, gli anni '60 e '70 vedono una complessiva crescita della sinistra marxista nel mondo: all'interno dei paesi occidentali le forze politiche e sindacali di ispirazione marxista si rafforzano, il Sessantotto vede un trionfo di idee di sinistra anche nella Università e nella cultura, e nel Terzo Mondo molti paesi vengono attratti nell'orbita comunista.

Non mancò chi pensò a una imminente estensione del modello comunista all'intero pianeta:

  • Cuba era diventata (nel 1959) un paese comunista, con Fidel Castro, e
  • in diversi paesi dell'America latina agiva una guerriglia comunista, il cui leader più famoso e popolare, fu Ernesto Che Guevara.
  • In Asia la Cina comunista era stata ammessa (ottobre 1971) alle Nazioni Unite al posto della Cina nazionalista, di cui occupò il posto anche nel Consiglio di Sicurezza, tra i 5 membri permanenti con diritto di veto.
  • Sempre in Asia emblematica fu la vicenda del Vietnam, che portò all'umiliazione militare degli Stati Uniti e al (temporaneo) trionfo di regimi comunisti in tutta l'Indocina.
  • In Africa diversi paesi entrarono nell'orbita sovietica.

la guerra del Vietnam

una delle piu' famose immagini della guerra in Vietnam
una delle piu' famose immagini della guerra in Vietnam

Si tratta della vicenda più emblematica dell'avanzata comunista, per il suo valore simbolico, più ancora che per gli effetti pratici reali che ne derivarono: perché la vittoria dei comunisti in Vietnam aprì la strada al comunismo in Indocina, ma non pregiudicò, come temeva la (secondo cui, una volta caduto il Vietnam del Sud, sarebbero fatalmente cadute in mano comunista anche altre realtà, come Taiwan, la Corea del Sud e altri baluardi filo-occidentali in Asia), la tenuta di Taiwan e della Corea del Sud.

Senza contare che non passò molto tempo dalla vittoria che i comunisti si divisero tra filosovietici e filocinesi, pregiudicando non poco il prestigio internazionale della causa.

Gli Stati Uniti, la più forte nazione del mondo, pur impiegando tutto il loro potenziale bellico, non riuscirono ad aver ragione di una guerriglia appoggiata da un minuscolo paese, seppur appoggiato da giganti come l'URSS e la Cina comunista, e si videro spinti ad impiegare si veda una scena di Apocalypse now nel peraltro vano tentativo di vincerne la resistenza.

come si arrivò alla guerra

accordi di difficile attuazione

Il Vietnam, ex-colonia francese, in base agli accordi di Ginevra del 1954 avrebbe dovuto essere temporaneamente diviso in due stati, un Nord comunista (con capitale Hanoi e con Ho Chi Minh come capo) e un Sud filo-occidentale (con capitale Saigon), in attesa di elezioni generali che avrebbero dovuto svolgersi (nel giugno 1956) lasciando scegliere agli stessi vietnamiti a che tipo di sistema aderire.

Il Vietnam del Sud e gli Stati Uniti temettero però che tali elezioni non si sarebbero svolte nel Nord in clima di reale libertà, dando al partito comunista la quasi totalità dei voti, a cui si sarebbe aggiunta quella parte di sudvietnamiti, che simpatizzava per loro; perciò le elezioni non si tennero mai e ciò fu imputato all'opposizione del Sud-Vietnam e dell'Occidente, che peraltro aveva qualche valida ragione per dubitare della lealtà democratica di un paese comunista.

una guerriglia insidiosa

Col pretesto del mancato rispetto degli accordi del '54 si sviluppò nel Sud Vietnam, dagli inizi degli anni '60, una guerriglia, quella dei filocomunisti vietcong, che ebbe l'appoggio del Vietnam del Nord, volta a rovesciare il regime filo-occidentale di Saigon unificando così l'intero paese sotto l'egida del Nord comunista.

Gli Stati Uniti in un primo momento, con Eisenhower prima e con Kennedy poi, si limitarono a un appoggio esterno a Saigon (finanziandolo, inviando armamenti e consiglieri militari). La svolta si ebbe nel 1965, sotto la presidenza Johnson: i nordvietnamiti attaccarono delle navi americane e in risposta il presidente ordinò bombardamenti sul Nord Vietnam, inviando nel Sud un contingente di militari (si cominciò dai 180.000 del '65, per arrivare ai 550.000 del '68).

Il vantaggio dei guerriglieri vietcong era di conoscere bene il territorio, la giungla tropicale, che offriva indefinita protezione a un simile tipo di guerra asimmetrica (come disse Mao Tse Tung i vietcong si muovevano, nei villaggi sparpagliati nella giungla, come un pesce nell'acqua). Essi, come ogni guerriglia, non cercavano lo scontro frontale in campo aperto, ma continue, logoranti azioni di disturbo.

Gli Stati Uniti non riuscendo a individuarne esattamente le basi e le vie di rifornimento, finirono col coinvolgere anche la popolazione civile, sospettando facilmente interi villaggi di offrire supporto ai vietcong e ricorrendo non di rado all'uso di armi “sporche” come il napalm.

impopolarità della guerra in Occidente

il simbolo del pacifismo
il simbolo del pacifismo

Il carattere “sporco” della guerra, unito alla sua inconcludenza (visto che il nemico non veniva piegato) e ai elevanti suoi costi umani (morirono 60.000 soldati USA), suscitarono malcontento e proteste negli stessi paesi occidentali e negli Stati Uniti, dove prese corpo un potente movimento pacifista.

Così, il successore di Johnson, Richard Nixon nel '68 avviò trattative, col Nord Vietnam e i vietcong, per disimpegnarsi dal Vietnam, da cui cominciò subito un progressivo ritiro. Ma solo nel '73 ci fu la firma a Parigi di un armistizio.

Nel 1975 gli americani completarono il loro ritiro dal Vietnam del Sud e nell'aprile dello stesso anno Saigon cadde in mano ai Vietcong; così il Vietnam del Sud venne unito a quello del Nord comunista.

Per gli Stati Uniti fu una vicenda fortemente negativa, e per come si era svolta e per come finì. Non sarebbe peraltro passato molto tempo e i vincitori avrebbero dovuto fare a loro volta i conti con gravi problemi: lo scontro tra Vietnam filosovietico e Cambogia filocinese, e di lì a non molto l'inizio del fenomeno dei boat-people, gente che non stava esattamente bene nel “paradiso” comunista, al punto di affrontare pericolosi viaggi marittimi su imbarcazioni fatiscenti, pur di fuggirne.

il Sessantotto

Se la guerra del Vietnam è l'episodio culminante dell'avanzata “rossa” nel (Terzo) mondo, il Sessantotto vide una montante marea di sinistra anche all'interno del mondo occidentale.

il '68 e il “comunismo reale”

Tuttavia i “sessantottini” occidentali non miravano a modellare i loro paesi sull'esempio di paesi comunisti già esistenti, come la Russia o la Cina continentale, ma dicevano di puntare a qualcosa di inedito. Uno dei motti del “maggio parigino” (del '68) ad esempio fu “fantaisie au pouvoir” (fantasia al potere: inventiamo, cioè qualcosa di nuovo, di mai visto prima).

Per cui il Sessantotto occidentale rappresentò certamente una spinta a sinistra, ma non mancò di contestare anche il comunismo reale e l'URSS. Tra l'altro proprio nel '68 vi furono nel mondo comunista degli esperimenti, in qualche modo legati al clima globale di contestazione, di uscita dalla rigida cappa del totalitarismo, in particolare la primavera di Praga, che ebbe come protagonista l'innovativo segretario del PC cecoslovacco Alexander Dubcek.

Una forma pilotata di contestazione fu invece quella cinese (la Rivoluzione culturale), che non scalfì minimamente il ferreo controllo esercitato dal Partito Comunista cinese.

alcune cause del '68

Ad alimentare questo fenomeno, che si espresse in lotte studentesche e poi operaie, furono vari fattori:

  • uno fu costituito dalle già accennate reazioni pacifiste alla guerra del Vietnam.

  • Negli anni '60, poi, il mondo giovanile fu attraversato da idee “spontaneistiche” e “giovanilistiche”, che esaltavano la ribellione, giovanile e spontanea, all'ordine costituito, all'autorità (un tema questo che vedeva fondersi elementi psicoanalitici, in particolare freudiani, di ribellione al padre, ed elementi sociologici di rivolta contro il conformismo, il perbenismo e le ingiustizie anche sociali del capitalismo).
  • Di qui un confuso e velleitario proposito di porre fine a una società ipocrita e autoritaria, per creare un mondo nuovo, giovane, governato da una creatività spontanea libera da forme e convenzioni precostituite. Il fenomeno degli hippies, o “figli dei fiori”, rappresenta una possibile concretizzazione di questo atteggiamento di ribellione alle convenzioni, e il raduno di Woodstock, nel 1969, ne è una emblematica sintesi.

lo svolgimento del '68

Il Sessantotto fu alle sue origini un fenomeno giovanile, rivelatosi poi capace, specie in Italia e in Europa, di investire in qualche modo l'intera società.

Tutto parte da una serie di agitazioni studentesche nelle università americane, a partire dalla occupazione di quella di Berkeley, nel '64, nei cui obiettivi si mescolavano la protesta contro la guerra del Vietnam e quella contro la discriminazione razziale.

Trasferendosi in Europa (Francia, Germania, Italia) il movimento di protesta si ideologizza e si radicalizza, diventando contestazione del tipo di insegnamento, nozionistico e autoritario, fino a giungere a contestare anche il tipo di cultura e di società occidentali nel loro insieme, accusati tra l'altro per il consumismo, la repressività, l'imperialismo.

📚 Bibliografia essenziale

  • AA.VV., Il Sessantotto-pensiero, Milano 1987(compra su amazon o compra su IBS).
  • Michele Brambilla, Dieci anni di illusioni. Storia del Sessantotto, Milano 1994(compra su amazon o compra su IBS).

🎼 Multimedia

Una delle più note canzoni pacifiste è Blowin in the Wind, cantata da Joan Baez:

Qui il testo
    How many roads must a man walk down
    Before you call him a man?
    How many seas must a white dove sail
    Before she sleeps in the sand?
    Yes, and how many times must the cannonballs fly
    Before they're forever banned?
    The answer, my friend, is blowin' in the wind
    The answer is blowin' in the wind
    Yes, and how many years must a mountain exist
    Before it is washed to the sea?
    And how many years can some people exist
    Before they're allowed to be free?
    Yes, and how many times can a man turn his head
    And pretend that he just doesn't see?
    The answer, my friend, is blowin' in the wind
    The answer is blowin' in the wind
    Yes, and how many times must a man look up
    Before he can see the sky?
    And how many ears must one man have
    Before he can hear people cry?
    Yes, and how many deaths will it take 'til he knows
    That too many people have died?
    The answer, my friend, is blowin' in the wind
    The answer is blowin' in the wind

🎬 Filmografìa

Films collegati al tema della guerra del Vietnam sono, tra gli altri:

  • locandina del filmFrancis Ford Coppola, Apocalypse Now(compra su amazon)1979.
  • locandina del filmOlivier Stone, Platoon(compra su amazon)1986.

Una rappresentazione bonariamente divertita, e volutamente caricaturale, della cultura hippy la troviamo ad esempio nel film, comico, di Carlo Verdone, Un sacco bello, dove l'attore, nel ruolo di un giovane hippy, racconta la vita spontanea nella comunità:

fino alla caduta del muro di Berlino

  • Il mondo negli anni '50: un precario equilibrio tra liberaldemocrazie e comunismo.
  • Il mondo negli anni '60-'70: l'avanzata del comunismo.
  • Il mondo negli anni '80: la crisi del comunismo e l'apparente vittoria delle liberaldemocrazie.

dopo il 1989