le crociate

in sintesi

La causa prossima che spinge la “Cristianità”, i paesi europei cristiani, alla crociata è la politica più intollerante, verso i cristiani di Palestina e i pellegrini cristiani, praticata dai Turchi selgiuchidi, subentrati agli arabi nel dominio su quella che per i cristiani è la “Terra Santa”, dove ha vissuto Gesù Cristo.

Le crociate verso la terra Santa si iscrivono in una generale ripresa del mondo cristiano-europeo, che va dalla demografia e dall'economia alla dimensione politico-militare. Così vediamo che i regni iberici cristiani dopo il Mille iniziano a contrattaccare i Mori, cacciandoli sempre più verso Sud. Fu il fenomeno della

Inizi: dal 1030/1040 i regni cristiani abbarbicati sui Pirenei e sui monti del Nord (Navarra e Leon) prendono l'iniziativa di una lotta contro il califfato ommayade di Cordoba: al loro fianco (effetto delle treguae Domini e dell'azione dei cluniacensi) combattono ora, in uno spirito di forte religiosità, i cavalieri franchi.

Nel 1085 Toledo viene presa dai cristiani. L'anno dopo, 1086, una ondata di arabi bellicosi, gli Almoravidi, invade il raffinato e troppo molle dominio ommayade per opporre una resistenza più dura contro i cristiani: a Calatrava, 1095, sconfitta dei regni cristiani. Ma proprio la loro intolleranza affretta il declino della presenza araba in Spagna.

Nel 1212 a Las Navas de Tolosa grande vittoria dei regni cristiani: nei successivi quarant'anni la reconquista guadagna quasi tutta la penisola iberica: Cordova (1236), Murcia (1243), Siviglia (1248) e Cadice (1262).

Nei territori riconquistati, peraltro in grandissima parte spopolati, vennero fatti affluire cristiani provenienti dal Nord, mentre alta era la percentuale di mussulmani che emigrava a Sud, anche nel Magreb.

Così i saraceni vengono cacciati dalla Sardegna (1016, ad opera di Pisa) e dalla Sicilia (ad opera dei Normanni, liberazione completata nel 1090).

L'idea di una crociata per liberare i Luoghi Santi viene autorevolmente lanciata da Urbano II al Concilio di Clermont (Ferrand), nel 1095: invece di combattersi tra loro, i cristiani vadano in aiuto dei fratelli d'Oriente, che hanno bisogno di aiuto. Il Papa prometteva vantaggi spirituali a chi partecipava alla crociata con spirito di umiltà e di fede, l'indulgenza plenaria (i. crociata).

la prima crociata

Vi fu una prima crociata “popolare”, disorganizzata, messa insieme dalla infuocata predicazione di Pietro l'eremita, che fu iniziata nel 1096 in Francia e in Germania da masse disorganizzate di gente umile, sbandò prendendosela anzitutto contro gli infedeli di casa nostra, gli Ebrei. Quando arrivarono a contatto coi Turchi vennero da questi facilmente sbaragliati e sterminati a Nicea.

La vera prima crociata, quella ufficiale, cui partecipò l'alta feudalità francese, fiammingo-renana e italo-normanna, si radunò a Costantinopoli. Occupata Nicea (1097), i crociati vinsero la battaglia di Dorileo, espugnarono Antiochia di Siria (1098) e conquistarono Gerusalemme (1099). Purtroppo alcuni crociati si abbandonarono a violenze contro ebrei e maomettani. La vittoria di Ascalona sull'esercito egiziano dei Fatimidi assicurò ai cristiani i luoghi santi. In seguito a tale vittoria nacquero diversi stati cristiani, tra cui il Regno di Gerusalemme, la contea di Edessa (attuale Siria e Irak del Nord), la contea di Tripoli (attuale Libano) e il principato di Antiochia (attuale Siria occidentale).

Le galee pisane ottennero privilegi commerciali, la flotta veneziana prese Haifa, Sidone (1110) e Tiro (1124) e quella genovese espugnò Beirut e Tripoli di Siria (1109). Essenziali per la difesa militare del regno di Gerusalemme, i mercanti italiani imposero il monopolio dei commerci con il Medio Oriente fino alla metà del XIII secolo.

gli stati crociati
gli stati crociati

la seconda crociata

Nel 1144 l'emiro di Mossul s'impadronì di Edessa, minacciando l'invasione della Palestina. Il re di Gerusalemme, non potendolo fronteggiare da solo, invocò l'aiuto dell'Europa cristiana. Incitata dalla predicazione di Bernardo di Chiaravalle, la crociata fu bandita nell'assemblea di Vézelay (1146) da Luigi VII, re di Francia, e nella successiva dieta di Spira dall'imperatore Corrado III. Giunti separatamente in Palestina, osteggiati dall'imperatore bizantino Manuele I e decimati da epidemie e attacchi turchi, gli eserciti dei due sovrani rinunciarono alla riconquista di Edessa e all'occupazione di Damasco.

la terza crociata

Causata dalla caduta di Gerusalemme in mano al Saladino, vi parteciparono l'imperatore Federico Barbarossa e i Re di Inghilterra Riccardo Cuor di Leone e quello di Francia Filippo II Augusto. L'esercito imperiale, giunto in Anatolia, tolse Konya ai Turchi (1190), ma si dissolse alla morte dell'imperatore, l'11 giugno del medesimo anno. La spedizione di Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone raggiunse la Palestina solo nel 1191: i crociati conquistarono San Giovanni d'Acri ma le discordie franco-inglesi impedirono la riconquista di Gerusalemme.

la quarta crociata

Innocenzo III riprese il progetto della crociata imponendo tributi ai laici e al clero, ma la mancanza di denaro sufficiente sottrasse l'impresa alla direzione politico-spirituale della Chiesa. Questa crociata venne così manipolata da Venezia, che era in posizione di forza dato che forniva la flotta per trasportare i crociati. Nel 1203 i crociati entrarono a Costantinopoli, ma i rapporti con i Greci si inasprirono e, scoppiata una rivoluzione popolare (1204), Veneziani e crociati, pattuendo la divisione del bottino, saccheggiarono Costantinopoli invece di togliere ai Turchi i luoghi santi. L'Impero bizantino fu abbattuto e nacque l'Impero latino d'Oriente, frutto in particolar modo degli interessi commerciali veneziani. Ne risultò una grave frattura tra la Cristianità orientale e quella occidentale.

la quinta crociata

Proclamata nel 1215 da Innocenzo III, fu organizzata dal successore Onorio III. Nel 1217 arrivarono a San Giovanni d'Acri il re d'Ungheria, Giovanni di Brienne, re titolare di Gerusalemme, il re di Cipro e il duca d'Austria; i crociati si impadronirono di Damietta (1219) ma furono battuti nel tentativo di conquistare il Cairo (1221).

Scomunicato da papa Gregorio IX, Federico II partì per la Palestina nel 1228, ma invece di combattere contro i Turchi, ottenne la pacifica liberazione del Santo Sepolcro con un trattato concluso a Giaffa (1229), con cui il sultano d'Egitto assicurò ai cristiani Gerusalemme, Betlemme e Nazareth per 10 anni.

Nel 1244 i musulmani d'Egitto, dopo saccheggi e massacri, si impadronirono definitivamente di Gerusalemme. C'è da precisare che una grande parte della tradizione storiografica ha classificato gli eventi svoltisi fra il 1217 e il 1221 e quelli fra il 1228 e il 1229 come due diverse imprese (rispettivamente, quinta e sesta crociata), ma si tratta di eventi in realtà strettamente connessi.

la sesta crociata

Fu organizzata da Luigi IX il santo, re di Francia, unico sovrano europeo che rispose all'appello (1245) di papa Innocenzo IV. Sbarcato nel 1249 in Egitto, occupò Damietta ma fu sconfitto sul Nilo dai musulmani nel 1250. è identificata come settima crociata dalla storiografia che attribuisce la numerazione di sesta agli eventi svoltisi fra il 1228 e il 1229 (v. sopra).

la settima crociata

Fu guidata da ancora da Luigi IX di Francia che nel 1270 sbarcò a Tunisi dove la peste lo uccise e decimò l'esercito. Carlo d'Angiò concluse un trattato con il principe musulmano di Tunisi, ottenendo Malta e Pantelleria. È identificata come ottava crociata dalla storiografia che attribuisce la numerazione di settima agli eventi svoltisi fra il 1249 e il 1250 (v. sopra).

Alla fine del XIII sec. gli ultimi possedimenti cristiani in Terra Santa furono conquistati dai Turchi: Tripoli di Siria (1289) e San Giovanni d'Acri (1291).

cause e interpretazioni

Che cosa furono le crociate, da quali motivi furono mosse, da ideali-religiosi o politico-economici? Gli storici distinguono

ideali-religiose

In certe crociate prevale la motivazione religiosa. Ad esempio nella 3a crociata:

Questa è ad esempio la tesi dell'Alphandéry, che sottolinea il ruolo avuto dalle crociate popolari e in particolare dalla crociate di bambini e di pastorelli, segno di un clima spirituale esaltato (cfr. Perugi, p. 155/8).

pratico-economiche

Questi motivi furono prevalenti ad esempio nella IV crociata. In generale il Power ha parlato delle crociate come di un fenomeno di protocolonialismo. Sulla stessa linea per Grousset fu la prima manifestazione dell'espansione coloniale europea (Les croisades, 1948).

valutazioni di alcuni storici

negative

Gli illuministi vi videro solo fanatismo e superstizione.

Le Goff (con motivi quasi identici al Pirenne): il frutto migliore delle crociate è stato ... l'albicocca, per il resto esse hanno favorito un impoverimento dell'Occidente, anche per la fiscalità pontificia, causato un inasprimento del contrasto tra Cristianità e Islam, di quello con l'impero bizantino, e l'antisemitismo; si è verificato un imbarbarimento dei costumi per la ferocia di guerra.

Secondo il Pirenne la cultura araba si era già comunicata in Sicilia e Spagna; i Luoghi santi non vennero stabilmente riconquistati, si accrebbero in contrasti tra la Chiesa occidentale e quella orientale. Si avvantaggiarono solo Venezia e Genova.

positive

Vennero da parte dei romantici; si veda ad esempio l'Histoire des croisades di J. F. Michaud (Paris 1802/22); i francesi in particolare rivendicarono il ruolo della loro patria nelle guerre della Croce.

Per il Lamma (in Comneni e Staufer) riallacciano i rapporti tra Oriente e Occidente.

Per il Sombart furono occasioni nuove di sbocchi commerciali,

Per un giudizio

La crociata è stata presentata, al pari dell'Inquisizione, come la prova di un Cristianesimo incoerente, perché violento contro i nemici, ai quali non avrebbe “porto l'altra guancia”.

E ciò, tanto più in quanto non si è trattato, come in altri casi, di violenze o di guerre fatte da Stati “cristiani” e appena tollerate o addirittura condannate dalla Chiesa, bensì di una guerra voluta e promossa dal Papato, che incitava i sovrani cristiani a guerreggiare.

Senza pretendere di negare aspetti negativi le crociate, occorre precisare alcuni punti essenziali:

attenuanti ...

un breve segmento in una lunga storia

limiti temporali e spaziali delle crociate

la Chiesa non incita alla crociata se non dopo dieci secoli dal suo sorgere (a differenza dell'Islam, che da subito concepisce un'idea di guerra santa), per un limitato segmento della sua bimillenaria storia e in limitate aree geografiche, per Lei di importanza spirituale essenziale;

attacco o difesa?

la tipologia difensiva delle crociate

Che cosa sono state le crociate, essenzialmente e nell'ottica della Chiesa?

Un mezzo di espansione missionaria del Cristianesimo, dunque un fenomeno di aggressione, animato dalla volontà di convertire forzatamente alla propria fede?

O un fenomeno di autodifesa, limitato a un ben preciso e ristrettissimo perimetro spaziale, ritenuto sacro dai cristiani, perché lì ha vissuto il Figlio di Dio?

A differenza dell'Islam, la Chiesa non ha concepito la Crociata come strumento di diffusione missionaria, di espansione; la Crociata ha una funzione difensiva si tratta di rendere accessibili e sicuri ai pellegrini i Luoghi Santi, come fino all'XI secolo, grazie al dominio arabo, erano stati e come invece non lo erano più da quando agli arabi erano subentrati i Turchi.

La prova? Il fatto che mentre l'Islam occupa, in nome della diffusione del messaggio del Profeta, un arco di terre che va dal Kenia al Kazakistan, dall'Indonesia alla penisola iberica, i crociati si limitano a riconquistare una strisciolina di terra larga meno di 100 km. E si fermano lì.

a ciascuno il suo

la richiesta dei Papi e le brame dei Re

Quello che importava al papato era la liberazione dei Luoghi Santi; il di più era oggetto di mire egoistiche dei sovrani occidentali, che agivano sotto propria responsabilità, e che la Chiesa non poteva certo piegare in tutto alla propria volontà. In effetti le crociate hanno avuto anche motivazioni non religiose, ed esprimono un movimento di espansione dell'Occidente, che dopo secoli di pressione islamica, intraprende finalmente un contrattacco; qualche storico (come il Power) ha anche parlato della formazione dei regni crociati come di un fenomeno protocoloniale. Tutto questo significa che in qualche modo avrebbe pututo esserci un fenomeno di iniziativa militare europea antimussulmana, per motivi politici ed economici, anche senza l'incitamento del Papato.

guerra santa?

improprietà dell'espressione

Se alcuni Papi definirono meritoria la partecipazione alla crociata, non si trattò, come era invece per l'Islam, di un merito spirituale acquisito meccanicamente, per il solo fatto cioè di partecipare ad una azione esteriore. Come sempre nella vita cristiana, ciò che è determinante non è l'effettuazione di gesti esteriori, che pure ha la sua importanza, e nel caso dei sacramenti ad esempio, la sua imprescindibilità, ma è il cuore. Per meritare davvero, occorreva un impegno complessivo per una vita incentrata sul Messaggio evangelico.

Si può vedere in proposito un testo di Piero Zerbi

... e innegabili limiti

Le crociate hanno avuto anche dei momenti “acuti” di violenza, pagine negative e indifendibili. Tragica fu soprattutto quella usata dai crociati al momento della prima conquista di Gerusalemme nel 1099. L'uccisione indiscriminata di ebrei e maomettani fu una azione che non seguì le indicazioni del Pontefice e non può essere attribuita alla responsabilità diretta della Chiesa, ma all'ignoranza e alla rozzezza dei capi militari crociati. Ci si può chiedere peraltro se l'autorità ecclesiastica non avrebbe potuto prendere una posizione più netta contro tali eccessi.

Ma il problema è a monte, sulla stessa accettabilità etica di una guerra come la crociata. Ora, è vero che tutto ciò che va nella direzione di una ostilità tra due mondi, e non è semplicemente legittima difesa, deve essere visto come negativo. Non dobbiamo però essere eccessivamente severi con una mentalità che non aveva ancora avuto modo di maturare ciò che poi Giovanni Paolo II ha potuto dire, ossia che «la guerra non è degna dell'uomo». La consapevolezza umana matura infatti col tempo.

Resta che chi visse allora nel modo migliore il rapporto con l'Islam fu S.Francesco e il Sultano si può vedere questa pagina su S.FrancescoS.Francesco d'Assisi, che osò andare disarmato nel campo maomettano, ardente di desiderio missionario, per proporre e non per imporre qualcosa ai non cristiani.

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