il progresso nel medioevo

introduzione

La civiltà medioevale è stata ed è giudicata più negativamente di quanto non meriti (“età di barbarie”, “di oscurantismo”, di regresso complessivo del livello di civiltà, spirituale e materiale).

In realtà ci fu nel Medioevo per alcuni aspetti un regresso rispetto all'antichità, ma per moltissimi altri un progresso, documentabile in modo serio, anche a livello tecnico-materiale. Secondo R.Stark e R.Pernoud, due autori a cui soprattutto ci riferiamo in quanto qui diciamo, è merito principalmente del Cristianesimo aver promuosso uno sviluppo anche materiale, il che documenta come la tensione alla Trascendenza e alla vita eterna non frenava un impegno al miglioramento possibile anche della vita presente.

Esaminiamo alcuni fenomeni medioevali, dove si può evidenziare un apporto materialmente benefico del Medioevo allo sviluppo della civiltà, un suo essere stato un'epoca anche di progresso.

le città

assenza di logica?

A differenza delle città romane, pianificate, a pianta quadrata, con ampie vie, molte città medioevali appaiono come non programmate, a pianta irregolare, agglomerati frammentari e discontinui, con strade strette e tortuose ( a misura di pedone). In realtà R.Pernoud (Luce del Medioevo, pp.181 sgg.) ritiene che ci fosse una ben precisa logica:

elementi urbanistici

Siena dall'alto
Siena dall'alto, con la piazza “politica”

Le città erano strutturate in quartieri o contrade, con forte senso della vicinia, delle aggregazioni solidali (cfr. Il Palio di Siena, o di altre città del centro Italia).

Tre le piazze principali, quella del mercato, quella politica, e quella religiosa, della cattedrale.

apertura alla vita comunitaria

A differenza che nelle case antiche, dove si aprivano poche finestre sulla strada pubblica,

la case medioevali hanno molte finestre che si aprono sulla strada (Pernoud, Luce del medioevo, p.182): segno che la gente sente la città come propria casa, per il nuovo senso di fraternità che il Cristianesimo ha portato.

tutto all'aperto

Così le vie sono molto affollate e la gente ama uscire: ad esempio le botteghe occupavano spesso gli spazi delle vie per esporre la loro mercanzia, ma anche per lavorare.

Il calzolaio, il barbiere e anche il tessitore lavorano nella strada o rivolti verso di essa

e Un mercante di stoffe che riceve i suoi clienti nel retrobottega era malvisto, aveva qualcosa da nascondere

Il sottofondo sonoro delle città era molto vivace: la sega dei carpentieri, il martello dei fabbri, i richiami dei marinai (..), le grida dei mercanti - al posto dei clacson dei taxi e del rombo degli autobus. Perché nel Medioevo si “gridava” tutto: la novità del giorno, le decisioni di polizia o di giustizia (..).

la casa e la vita quotidiana

sporcizia?

In molte città esistevano reti fognarie, riporta la Pernoud: così Troyes, Amiens, Douai, Digione, Parigi (se ne sono trovate sotto il Louvre).

Dove non c'erano fogne, c'erano comunque fosse di spurgo. L'attenzione alla pulizia è testimoniata anche dalle grida che raccomandano a ogni proprietario di spazzare l'area antestante alla casa. In particolare a macellerie, pescherie e concerie vengono imposte severe regole di quotidiana, minuziosa pulizia.

E' vero che circolavano anche nelle strade animali potenzialmente portatori di malattie: si potevano incontrare per le vie di città pecore o capre, e anche maiali, nonostante fosse reiteratamente vietato. Va detto che i maiali avevano il merito di spazzar via, mangiandoli, molti rifiuti commestibili (Pernoud, Luce del medioevo, p. 186).

i bagni

In realtà il Medioevo conosceva i gabinetti. E' solo dal XVI secolo che tale prassi sarà abolita. A Cluny vi erano 40 latrine, in molte città esistevano latrine pubbliche. Nelle case private erano in genere al'ultimo piano e collegate alla rete fognaria, se c'era. Per smaltire i rifiuti solidi, altrimenti si ricorreva alla cenere da legna (Pernoud, Luce del medioevo, p. 189).

Esisteva anche la prassi di lavarsi in vasche da bagno per lo più in legno (con un mollettone sul fondo). Sempre a Cluny esistevano non meno di dodici sale da bagno. Come pure esistevano bagni pubblici, anche termali, molto frequentati.

l'alimentazione

Non era molto differente dalla nostra nelle epoche normali (Pernoud, cit., p. 197): le carestie non erano così frequenti e gravi, quella medioevale non era una razza sottoalimentata (ibidem, p.195).

Bevande

Si beveva vino, si conosceva la birra (specie quella fatta con l'orzo) e l'idromele. Al vino soprattutto si riconoscono proprietà medicamentose, e infatti al vino si mescolano molti rimedi farmacologici, gelatine e sciroppi. Apprezzati sono anche i vini liquorosi, in cui sono macerate piante aromatiche (assenzio, issopo, rosmarino, mirto con zucchero o miele). Prima di dormire una miscela calda di vino e latte riscaldava assicurando ciò che mancava nella temperatura esterna.

alimenti

Abituale era il consumo di carne. Non si spiegherebbe altrimenti la grande quantità di bovini, ovini e suini che risulta fosse allevata, ad esempio in Francia. Nè si spiegherebbe perché la corporazione dei beccai fosse così potente nelle città bassomedioevali. Anche la cacciagione (cervo, cinghiale) era mangiata, almeno sulle tavole dei ricchi, o nei momenti festivi. 

Documentato era anche il consumo di latticini. Nei periodi di magro, come la quaresima, era proibito l'uso di grasso di origine animale, perciò, dove esso era l'unico disponibile, come in Normandia, la Chiesa dispensava dalla proibizione, a patto di impegnarsi nella costruzione di chiese. Così a Rouen la Torre del Burro ha questa orgine: gli abitanti, per poter consumare burro in quaresima, si impegnarono a edificarla.

Le uova, in quaresima, non potevano essere mangiate, e allora venivano fatte indurire bollendole. Da lì l'abitudine all'Uovo di Pasqua, poichè nella settimana santa venivano presentate in Chiesa (ibidem, p. 201).

Anche il pesce era abitualmente consumato, salandolo o affumicandolo per meglio conservarlo. Grande importanza avevano i legumi (fave, piselli, cavoli, spinaci, zucche, porri) e le spezie (il pepe in particolare).

Esisteva anche della ricercatezza nel servire a tavola (ibidem, p. 204/5): ad esempio minestre e zuppe, molto variate; e poi pasticci, ad esempio di carne, insaporiti di erbe aromatiche. Apprezzati erano anche arrosti e carni alla griglia. «Creme e dolci completavano il pasto» (ibidem, p. 205).

Anche per i meno abbienti non era così impossibile ad esempio comprare dei pasticcini (è documentato il caso di giovani apprendisti che ne compravano al mattino, mentre andavano ad attingere l'acqua).

l'azione pacificatrice della Chiesa

le treguae Domini

Erano divieti, fatti dalla Chiesa,di combattere, all'interno del mondo cristiano; riguardavano

  1. luoghi: santuari, ospizi, mercati, guadi, strade;
  2. persone: i pauperes (gli inermi)
  3. periodi: tra giovedì e domenica

pena: la scomunica per chi infrangeva la pax, recando violenza a pauperes, o in quei luoghi e tempi. (F.Cardini, «Il guerriero e il cavaliere», in L'uomo medioevale, a cura di Le Goff, Laterza, 1987