Filosofia contemporanea

La filosofia “contemporanea” parte da Kant, autore che avrebbe influito su gran parte del pensiero filosofico successivo nella negazione della metafisica come sapere dell'essere. Dopo Kant il pensiero egemone in Occidente accoglie la sua condanna della metafisica, come apertura alla Trascendenza, per

Nell'800

sostituirvi una progettualità umana, fondata su una soggettività autodivinizzantesi (molta filosofia dell'800: Fichte, Schelling, Hegel, Marx, Comte e in generale il positivismo, ad eccezione di quello inglese).

Nel '900

non sostituirvi alcuna totalità positiva, ma lasciar spazio a una sottolineatura del limite, della finitezza

  • evidenziata dalla incapacità di totale e immediata autotrasparenza (Freud)
  • drammaticamente percepita nel caso dell'esistenzialismo, come in Kierkegaard o dell'irrazionalismo di Schopenhauer
  • o ordinatamente analizzata, come nel caso del neokantismo, della fenomenologia, dell'ermeneutica e della filosofia analitica.
  • o superabile grazie a energie non razionali, come in Nietzsche, e in qualche modo in Bergson
  • o in virtù di una recuperata apertura alla grazia soprannaturale, come per il tomismo (Maritain)

la questione politica