Sigmund Freud

🪪 Cenni sulla vita

Freud è il fondatore della psicoanalisi, metodo terapeutico, ma anche potente fattore interpretativo della realtà umana nella sua globalità. Grande è stato il suo influsso in effetti non solo sulla terapia delle patologie della psiche, ma anche sulla cultura (letteratura, arte, storia) a lui successiva.

Sigmund Freud nacque nell'allora Impero austro-ungarico, a Freiberg, in Moravia, nel 1856. Ben presto però la sua famiglia, di origine ebraica, andò a vivere a Vienna (1860). Laureatosi in medicina, inizialmente con interessi di tipo fisiologico (sistema nervoso), stabilizzò poi la sua attenzione sul versante psicologico-psichiatrico.

Il fenomeno che fu dapprima oggetto di ricerca di Freud fu l'isteria. Insoddisfatto di spiegazioni puramente fisiologiche, egli seguì con interesse il metodo dell'ipnosi, praticato a Parigi (dove fu dal 1885) da Charcot, che lo confermò nell'idea della non-decisività del fattore organico nell'analisi dell'isteria.

Tornato a Vienna, giunse, in collaborazione con lo psichiatra Josef Breuer, alla formulazione dell'idea di inconscio, come fattore decisivo nella vita psichica. Da allora, senza grandi eventi esteriori, la sua vita fu dedicata all'approfondimento di tale scoperta, con una infaticabile attività di ricerca, testimoniata dalla mole della sua produzione libraria. Fu anche un ottimo divulgatore del suo pensiero, come testimoniano le sue opere, scritte con una prosa limpida e ricca di esempi, e si avvalse anche di conferenze aperte al pubblico non specialista.

Promosse anche una Società internazionale di psicoanalisi (Norimberga, 1910), in cui si raccolsero alcune delle più vive intelligenze della psicologia del '900, come Jung e Adler.

Nel 1938 decise di abbandonare un'Austria occupata dai nazisti e investita da un crescente vento antisemita e si stabilì a Londra, dove morì l'anno dopo.

📔 Opere principali di Sigmund Freud

titolo originale titolo tradotto anno
Studien über HysterieStudi sull'isteria1895
TraumdeutungL'interpretazione dei sogni1900
Zur Psychopathlogie des AltagslebensPsicopatologia della vita quotidiana1901
Drei Abhandlungen zur SexualtheorieTre saggi sulla teoria sessuale1905
Der Witz und seine Beziehung zum UmbewußtenIl motto di spirito e il suo significato per l'inconscio1905
Totem und tabuTotem e tabù1913
Vorlesungen zur Einfurhung in die PsychoanalyseIntroduzione alla psicoanalisi1915-17
Jenseits des LustzprinzipsAl di là del principio del piacere1920
Das Unbehagen in der KulturIl disagio della civiltà1929

il pensiero

le regioni della psiche

Come è noto, una delle tesi più originali di Freud è quella dell'esistenza di un livello inconscio della personalità, livello che influisce in misura anche notevole, sulla sfera della consapevolezza.

una nuova chiave
interpretativa

Con questa tesi Freud offre una chiave interpretativa delle patologie psichiche, che supera tanto una interpretazione spiritualistica quanto una materialistica: secondo la prima la malattia mentale è legata a un influsso dell'angelo cattivo, e poco o tanto, a un uso moralmente negativo della libertà, mentre per la seconda le malattie della psiche sono esaurientemente riconducibili alla sfera organica, a disfunzioni del cervello o del sistema nervoso.

Tali interpretazioni erano evidentemente inadeguate: non si può dire né che la malattia sia colpa di chi è malato (come inclinava a fare la spiegazione spiritualistica) né che il problema stia in una base fisiologica, perché se così fosse la terapia si configurerebbe come molto più facile di quanto la realtà non permetta di verificare.

la seconda “topica„

Freud elaborò due “topiche”, ossia mappe della psiche umana. La prima distingueva, oltre alla sfera del Conscio, un Preconscio (sede di contenuti temporaneamente non consapevoli, ma facilmente riportabili a coscienza) e un Inconscio (sede di contenuti stabilmente rimossi dalla sfera cosciente, e a cui si può riattingere solo superando delle resistenze, anche forti).

La seconda topica, quella più matura (che riportiamo nell'immagine svg), distingue tre regioni:

la 2a topica

«E' la parte oscura, inaccessibile della nostra personalità; (...) All'Es ci avviciniamo con paragoni: lo chiamiamo un caos, un calderone di eccitamenti ribollenti. (...) Attingendo alle pulsioni, esso si riempie di energia, ma non ha un'organizzazione, non produce una volontà collettiva, ma solo lo sforzo per procurare soddisfacimento ai bisogni pulsionali rispettando il principio di piacere. Le leggi del pensiero logico non valgono per i processi dell'Es, soprattutto non il principio di contraddizione.» «Es ist der dunkle, unzugängliche Teil unserer Persönlichkeit; das wenige, was wir von ihm wissen, haben wir durch das Studium der Traumarbeit und der neurotischen Symptombildung erfahren und das meiste davon hat negativen Charakter, läßt sich nur als Gegensatz zum Ich beschreiben. Wir nähern uns dem Es mit Vergleichen, nennen es ein Chaos, einen Kessel voll brodelnder Erregungen. (...) Von den Trieben her erfüllt es sich mit Energie, aber es hat keine Organisation, bringt keinen Gesamtwillen auf, nur das Bestreben, den Triebbedürfnissen unter Einhaltung des Lustprinzips Befriedigung zu schaffen. Für die Vorgänge im Es gelten die logischen Denkgesetze nicht, vor allem nicht der Satz des Widerspruchs.» (Introduzione alla psicoanalisi, lez. 31)

Da notare che tra le tre istanze vi è potenzialmente continuo conflitto: l'istanza del dovere spinge a fare cose che il principio di realtà non suggerirebbe affatto, o trattiene dal farne altre, contro cui il medesimo principio di realtà non avrebbe alcuna obiezione. Ma anche tra il principio del piacere e quello di realtà c'è conflitto: per il primo si dovrebbe ottenere tutto e subito l'immediato piacere che si scorge come possibile e desiderabile, mentre il principio di realtà trattiene da tutti quei comportamenti che siano socialmente inaccettabili o forieri di successivi danni.

salute e patologia

L'ideale della salute psichica è di avere un Io fortemente sviluppato e affermato, che abbia il più possibile ridimensionato il Super-Io, assimilando criticamente ciò che viene dalle indicazioni autorevoli ricevute nell'infanzia, e rigettandone le scorie patologiche, ed abbia istituito con l'Es una ragionevole armonia.

La patologia viceversa implica una mancata armonizzazione delle tre istanze, con un Io schiacciato tra un Super-Io tirannico e un Es vissuto in modo problematico.

le vie all'inconscio

La salute consiste in una armonia tra le tre regioni della psiche, e ciò richiede che l'Io diventi il più possibile consapevole delle altre due regioni, che sono sottratte alla sua consapevolezza. Occorre perciò trovare delle vie che permettano di illuminare in qualche modo le regioni oscure della psiche, delle vie cioè, che consentano di accedere all'inconscio, dove si conserva ed agisce, affiorando sotto forma di sintomo patologico, ciò che è stato rimosso.

Tre sono le vie attraverso cui l'inconscio può essere raggiunto: gli atti mancati, i sogni e le nevrosi.

gli atti mancati

Si tratta di quei comportamenti, verbali (lapsus) o pratici (paraprassie) con cui diciamo o facciamo qualcosa di diverso di quello che consapevolmente avremmo voluto dire o fare.

Secondo Freud gli atti mancati non sono casuali, ma rappresentano un compromesso tra l'istanza cosciente e quella inconscia (cioè la spinta dell'Es, che vorrebbe affermare senza remore il principio del piacere, ma se ne deve trattenere, in maniera più o meno contorta). Secondo l'esempio che lui stesso fa, nell'Introduzione alla psicoanalisi (lez. 2a), è il caso di un giovanotto che, per invitare al ballo una signorina, le dice “Vorrei invultarla”, lapsus che nasce da un compromesso tra l'intenzione conscia (invitarla) e la spinta inconscia, espressiva di un Es, che non si sente per nulla attratto (e perciò vorrebbe “insultarla”).

i sogni

Sono il materiale più abbondante, poichè quotidianamente ricorrono. Anche nel sogno si verifica un compromesso, analogo a quello di lapsus e paraprassie.

Il sogno come appare, ossia il contenuto manifesto, è frutto di un lavoro onirico, che parte da un contenuto latente, espressivo dell'Es, e lo elabora per renderlo accettabile all'Io e al Super-Io, mediante la censura onirica, con cui il reale significato delle pulsioni inconsce viene mascherato.

In effetti, spiega Freud, la vita extrauterina si presenta come difficile (la prima cosa che abbiamo fatto venendo al mondo è stata piangere) e necessita perciò di momenti in cui si ritorni in qualche modo alla vita uterina: Il nostro rapporto con il mondo, nel quale siamo entrati così malvolentieri, sembra implicare il fatto che non lo sopportiamo senza interruzioni. Ci ritiriamo perciò di tanto in tanto nello stato prenatale, ossia nell' esistenza endouterina. O almeno, ci creiamo condizioni del tutto simili a quelle di allora: calore, oscurità e assenza di stimoli (Introd. alla psicoanalisi), cioè il sonno; siccome tale stato, di ristoro delle energie, è potenzialmente minacciato di continuo da stimoli sia esterni sia interni, ecco che interviene il sogno, guardiano del sonno, suo custode: il sogno é (...) il modo con il quale la psiche reagisce agli stimoli che agiscono durante lo stato di sonno (ibidem), stimoli appunto sia esterni sia interni. Il sogno custodisce il sonno da stimoli esterni cercando di neutralizzarli: così, tipicamente, un rumore che potrebbe allarmare provocando il risveglio viene inglobato nel sogno come sua parte integrante (ad esempio uno sogna che stia suonando la sveglia o che stia accadendo qualcosa che implica un suono simile).

Ma il sogno custodisce il sonno difendendolo anche da stimoli interni, da angosce e preoccupazioni che lo potrebbero disturbare, e perciò si configura al contrario come rassicurante, benché spesso mascherata, soddisfazione di un desiderio (nell'adulto, per lo più, inconscio). Per essere rassicurante, e non minacciare la tenuta del sonno, il desiderio inconscio può dover essere mascherato, appunto in virtù della censura onirica, che vieta si manifestino palesemente pensieri inaccettabili per l'Io o il Super-Io, e attiva perciò il lavoro onirico nel senso sopra accennato.

una obiezione

Freud non sfugge alla obiezione che i sogni di angoscia smentirebbero la sua tesi del sogno come appagamento di un desiderio.

Egli risponde con tre argomenti, a cui premette che prima di giudicare un sogno occorre interpretarlo:

le nevrosi

Anche il comportamento nevrotico rappresenta un affiorare di spinte inconscie, che devono però fare i conti con l'Io e il Super-Io, per cui ne risulta ancora un compromesso tra fattori contrastanti.

La nevrosi, ricordiamolo, differisce dalla psicosi perché, a differenza di quest'ultima, non intacca il pensiero, l'interpretazione globale della realtà, che resta sana. Si crea invece una frizione tra il nucleo - come dire? - profondo, centrale del pensiero, che rimane sano e il comportamento che il nevrotico si sente costretto a tenere, che è invece patologico, ad esempio per una fobia, o per una ossessione, o un comportamento isterico. Perciò il nevrotico, a differenza dello psicotico, è cosciente del suo stato patologico e ne è perciò inquieto (mentre la psicosi è generalmente associata a una, almeno superficiale, tranquillità, come si è potuto vedere in certi mostri, ad esempio il mostro di Rostov o il mostro di Milwaukee).

Si può leggere un esempio di comportamento nevrotico spiegato da Freud: Una signora vicina ai trent'anni, che soffriva delle più gravi manifestazioni ossessive e che forse avrei potuto aiutare se un caso maligno non avesse reso vano il mio lavoro - forse ve ne parlerò ancora, - durante il giorno eseguiva più volte, tra le altre, una singolare azione ossessiva. Correva dalla sua camera in una camera attigua, lì si metteva in un certo posto presso il tavolo che era al centro, suonava alla cameriera, le dava un incarico qualsiasi o la lasciava andare senza dirle niente e quindi correva nuovamente indietro. Ebbene, pur non essendo questo certamente un grave sintomo di sofferenza, suscitò non a torto la nostra curiosità. La spiegazione si presentò in modo indubbio e ineccepibile, senz'ombra di concorso del medico. Non so infatti come mi sarebbe stato possibile pervenire a una supposizione qualsiasi o a una proposta di interpretazione circa il senso di questa azione ossessiva. Ogni volta che avevo chiesto alla paziente: "Perché fa questo? Che senso ha?", essa aveva risposto: "Non lo so". Ma un giorno, dopo che ero riuscito a debellare una enorme e fondamentale sua perplessità, improvvisamente le balenò la risposta e raccontò quanto si connetteva all'azione ossessiva. Più di dieci anni prima aveva sposato un uomo di gran lunga più anziano di lei, il quale durante la prima notte di nozze si era rivelato impotente. Era corso, quella notte, innumerevoli volte dalla propria camera in quella di lei, per ripetere il tentativo, ma ogni volta senza successo. Al mattino aveva detto indispettito: "C'é da vergognarsi davanti alla cameriera, quando rifarà il letto"; e aveva afferrato una bottiglia di inchiostro rosso, che si trovava per caso nella camera, ne aveva versato il contenuto sul lenzuolo, ma non proprio nel posto in cui tale macchia avrebbe dovuto trovarsi. All'inizio non capivo che cosa questo ricordo avesse a che fare con l'azione ossessiva in questione, poiché trovavo una concordanza soltanto nel ripetuto correre da una stanza all'altra e forse anche nella comparsa della cameriera. Allora la paziente mi condusse al tavolo che si trovava nella seconda stanza e mi fece vedere una grande macchia sulla tovaglia. Spiegò anche che si metteva presso il tavolo in una posizione tale che la ragazza accorsa non poteva non vedere la macchia. Ora non c'erano più dubbi sulla stretta relazione tra la scena successiva alla notte nuziale e l'attuale azione ossessiva, anche se restavano da imparare ancora parecchie cose. Risulta evidente innanzitutto che la paziente si identifica con suo marito; ne recita la parte imitando il suo correre da una stanza all'altra. Poi, per continuare il confronto, é da rilevare che essa sostituisce il letto e il lenzuolo con il tavolo e la tovaglia. Ciò potrebbe sembrare arbitrario, ma non per niente abbiamo studiato il simbolismo onirico: anche in sogno compare molto spesso un tavolo che va interpretato come letto; il tavolo e il letto insieme rappresentano il matrimonio, ragion per cui l'uno sta facilmente per l'altro.
La dimostrazione che l'azione ossessiva della signora ha un senso l'avremmo già: essa sembra essere una raffigurazione, una ripetizione di quell'altra scena significativa. Ma nulla ci obbliga a fermarci a questa apparenza; se indaghiamo più dettagliatamente la relazione tra le due scene, probabilmente otteniamo chiarimenti su qualcosa che va più in là, sul proposito dell'azione ossessiva.
Il suo nocciolo é palesemente la chiamata della cameriera, sotto i cui occhi la signora mette la macchia, in contrapposto all'osservazione del marito che ci sarebbe da vergognarsi di fronte alla cameriera. Dunque il marito, la cui parte essa impersona, non ha di che vergognarsi di fronte alla cameriera e di conseguenza la macchia é al posto giusto. Vediamo quindi che essa non ha semplicemente ripetuto la scena, ma l'ha proseguita correggendola, rettificandola.
Ma, nel far ciò, corregge anche l'altro aspetto che quella notte fu così penoso e rese necessario l'espediente dell'inchiostro rosso, l'impotenza. L'azione ossessiva dice dunque: "No, non é vero, egli non aveva da vergognarsi di fronte alla cameriera, non era impotente"; l'azione, alla maniera di un sogno, rappresenta questo desiderio come appagato nel presente, serve alla tendenza di innalzare il marito al di sopra dello scacco subìto in passato. Con ciò si accorda tutto quanto potrei ancora raccontarvi a proposito di questa signora, o, più precisamente, tutto quanto sappiamo ancora di lei indica che questa interpretazione dell'azione ossessiva, di per sé incomprensibile, é quella giusta. Da anni la donna vive separata dal marito e lotta con il proposito di ottenere lo scioglimento legale del matrimonio.
Ma in realtà non si é affatto liberata di lui: é costretta a rimanergli fedele, si ritira completamente dal mondo per non cadere in tentazione, scusa ed eleva nella sua fantasia la natura del marito. Anzi, il segreto più profondo della sua malattia é che, grazie a essa, la paziente protegge il marito dalle maldicenze, giustifica la loro separazione materiale e consente a lui di condurre una comoda vita per conto suo.
Così l'analisi di un'innocua azione ossessiva conduce direttamente al nocciolo di una malattia, ma nello stesso tempo ci rivela una parte non trascurabile del segreto della nevrosi ossessiva in generale. Vi intrattengo volentieri su questo esempio poiché in esso si trovano riunite diverse condizioni che non sempre possiamo pretendere di riscontrare. L'interpretazione del sintomo fu qui trovata dalla paziente tutt'a un tratto, senza la guida o l'intervento dell'analista, e fu compiuta mediante il riferimento a un episodio che non apparteneva, come accade di solito, a un periodo dimenticato dell'infanzia, ma che si era verificato nell'età matura dell'ammalata e si era serbato indelebile nel suo ricordo.

le fasi della vita psichica

Ciò che emerge dalla terapia analitica, col suo far prendere consapevolezza di ciò che era stato rimosso, è un altro aspetto sorprendente della vita psichica umana, ossia l'importanza decisiva di fatti e pensieri dell'età infantile. L'intera vita (psichica) di un essere umano può essere influenzata in misura determinante da quella fase iniziale, normalmente ritenuta insignificante.

la sessualità infantile

E poichè Freud pensa che nella psiche un posto decisivo l'abbia la dimensione sessuale (l'Es infatti è ricerca senza limite di piacere, fondamentalmente nel senso di soddisfazione sessuale), per spiegare come mai l'età infantile abbia un peso così grande, egli formula la teoria secondo cui già in quell'età ci sarebbe una vera e propria vita sessuale.

Tra la vita sessuale infantile e quella adulta non c'è allora una discontinuità, non c'è un salto qualitativo: identica è l'energia pulsionale che anima sia il bambino sia l'adulto, cioè la libido; ciò che cambia è l'oggetto della libido, non la libido stessa.

le fasi della sessualità

In un primo tempo (la fase orale) la libido si fissa, come oggetto che le procura soddisfazione (ricordiamolo, una soddisfazione sessuale), come zona erogena, sulla bocca: la suzione del latte non è allora solo un atto funzionale alla nutrizione, ma altresì al soddisfacimento della libido.

Segue poi la fase anale, in cui la zona erogena si sposta nell'ano e sull'attività defecatoria la libido investe, anche qui, una vera e propria ricerca di soddisfazione.

Infine si arriva a quella che è la fase definitiva, la fase genitale, in cui la libido cerca la soddisfazione nella sfera propriamente genitale.

Questa teoria suscitò scalpore e forti critiche, a cui Freud rispose tra l'altro che:

il disagio della civiltà

Dopo la prima guerra mondiale, catastrofica in termini di perdite umane e materiali, Freud fu portato a riflettere sull'esistenza nell'uomo, accanto alla ricerca del piacere, fino a quel momento da lui considerata come esclusiva, di una spinta distruttiva, illogica: accanto a Eros, la cui logica è la ricerca della soddisfazione, esiste anche Thanatos, un impulso di morte e di distruzione, fine a sè stesso.

E la storia umana è appunto il teatro dello scontro tra tali due, contrastanti, spinte.

Da notare che Freud trascurando qui la possibile spiegazione del peccato originale, è costretto a dire che nella natura umana stessa è insito un germe di morte e di distruzione, mentre il peccato originale dice che la natura è buona, ed è solo un evento storico, secondario, che l'ha resa, storicamente, ferita (ma con ciò anche guaribile).

In generale nell'ultima fase della sua vita Freud ha riflettutto sul tema della civiltà, oltre che su quello dell'individuo, tendendo a fare del suo pensiero una interpretazione globale della realtà.

Così ad esempio egli riflette sulla religione e la sua origine (Totem e tabù, L'avvenire di un'illusione, Mosè e il monoteismo) ritenendola radicata nel desiderio di appagare desideri fondamentali e pressanti dell'umanità, essenzialmente quello di sentirsi protetti dai pericoli della vita. In questo senso il Padre celeste non sarebbe altro che la proiezione del padre terreno, con la sua ambivalenza (amabile e odiabile).

Riguardo alla società egli ritiene che essa dia origine a una sorta di Super-Io collettivo, con divieti e imposizioni che comprimono l'Es dell'individuo. Si tratta del resto di un prezzo necessario da pagare, purché la repressività sia il più possibile contenuta, poiché l'alternativa sarebbe l'esplodere di una impulsività individuale potenzialmente molto aggressiva e distruttiva: se ogni individuo dovesse dare libero sfogo a tutti i suoi impulsi sarebbe intollerabilmente pericoloso per tutti gli altri. Si tratta allora non di rifiutare la civiltà, ma di ridurne il più possibile la repressività.

D'altra parte la inevitabile componente repressiva che la civiltà esercita, inibendo certe pulsioni libidinali dal loro sbocco più immediato, porta tra l'altro al fenomeno della sublimazione, da cui nascono importanti prodotti come le creazioni letterarie, artistiche, musicali, filosofiche e intellettuali, di cui la civiltà vive.

Per un giudizio

L'apporto di Freud è importante, anzi in qualche modo insostituibile. Tuttavia diverse cose nella sua teoria devono essere riviste e integrate. Lo spiego più in dettaglio in questo articolo su psicoanalisi e antropologia cristiana.

Per correggere una certa “superba” pretesa della versione freudiana della psicoanalisi (per cui l'analista capisce tutto, anche senza o contro l'apporto cosciente del paziente) si è sviluppata la psicologia dinamica, con un approccio molto più modesto alla problematica della psiche, rinunciando a considerare il paziente solo un analizzato, ma riconoscendogli la dignità di (co-)analizzante.

Tuttavia anche la psicologia dinamica presenta il rischio di eccedere nella “modestia”, abbracciando di fatto una gnoseologia relativistica, in in cui ogni certezza verrebbe preclusa a-priori. Che pare poi sia il rischio che corre in generale la medicina: il timore di sbagliare spinge a non emettere delle diagnosi determinate, ma a restare in una nebulosa indeterminatezza.

📖 Testi on-line

📚 Bibliografia essenziale

Contributi

Un contributo ancora valido, benché eccessivamente negativo, è quello di Jacques Maritain, che vede Freud dal punto di vista di un'antropologia realista:

🎬 Filmografìa