Jacques Maritain

la ricerca di un tomismo al passo coi tempi

🪪 Cenni sulla vita

Filosofo francese (1882 - 1973), uno dei maggiori esponenti della Neo-scolastica (o neotomismo), cioè della filosofia di ispirazione cattolica che si rifa al realismo medioevale e in particolare al pensiero di S.Tommaso d'Aquino. Da una iniziale impostazione naturalistica Maritain si convertì, al contempo, alla fede cattolica e alla filosofia tomistica, e abbracciò con entusiasmo entrambe. A tal punto concepì la sua vita come animata dalla missione di diffondere la fede attraverso il tomismo, da dire, parafrasando S.Paolo (guai a me se non evangelizzo): «Guai a me se non tomistizzo».

Grande importanza ebbe nella sua vita la moglie Raissa, di origine ebraica, che si convertì con lui al cattolicesimo e fu, dopo la conversione, una mistica, ispirata nel suo cammino ascetico agli insegnamenti di S.Giovanni della Croce.

Nella sua vita vengono distinti i seguenti periodi:

1) periodo di formazione, crisi e conversione (1882/1926)

Studi di scienze naturali (allievo di Hans Dries con p.Gemelli), specializzazione ad Heidelberg (1906/7). Aderisce, con la compagna Raissa, al materialismo e al socialismo (influenzato da Ch. Péguy); giunge alle soglie del suicidio, ma incontra la filosofia di Bergson e diviene amico di L. Bloy; si converte quindi (da protestantesimo) al cattolicesimo (1905), e ne diviene entusiasta sostenitore in un mondo intellettuale che invece andava diventando sempre più ostile al soprannaturale, e - filosoficamente - al tomismo.
Assieme al P. Mandonnet fondò nel 1924 la Societé thomistique e insegnò all'Institut catholique di Parigi.

2) periodo di Meudon (1927/39)

Fecondità di incontri (con artisti: Mauriac, J.Green, Claudel, Cocteau, Roualt, Chagall; filosofi: Berdiaev, Gilson, e teologi: Garrigou-Lagrange, Journet) nella loro casa di periferia a Parigi : nascono i Circoli di studi tomistici (15 convegni tra il '21 e il 37).

3) periodo americano (1940/59)

Costretto a emigrare dall'invasione nazista, insegnò all'università di Toronto ed alla Columbia University. Vi scrive L'uomo e lo stato ('51), L'intuizione creativa ('53), La filosofia morale ('60).

Breve parentesi di ambasciatore francese presso la Santa Sede (1945-1948), lavorò alla Pontificia Accademia di S. Tommaso d'Aquino.

4) periodo di Tolosa ('61/73)

Morta Raissa (1960) si ritira a Tolosa, dove nel dicembre 1971 entra come semplice frate dai Piccoli Fratelli di Gesù di Padre de Foucauld, dove medita soprattutto tematiche teologiche, scrivendo Le paysan de la Garonne, Della grazia e dell'umanità di Gesù, La Chiesa del Cristo.

📔 Opere principali di Jacques Maritain

titolo originale titolo tradotto anno
Amout et amitiéAmore e amicizia[data incerta]
L'intuition créatrice dans l'art et dans la poésieL'intuizione creativa nell'arte e nella poesia[data incerta]
La philosophie bergsonienneLa filosofia di Bergson1914, 1930 2,
Art et scolastiqueArte e scolastica1920, 1947 2
Elements de philosophieIntroduzione generale alla filosofia1921, 1925 2
ThéonasTheonas1921, 1925 2
AntimoderneAntimoderno1922
Trois RéformateursTre riformatori1925
Primauté du spirituelIl primato dello spirituale1927, 1949
Le Docteur angéliqueIl dottore angelico1930
Religion et CultureReligione e cultura1930
Le songe de DescatesIl sogno di Cartesio1932
Distinguer pour unir ou Les degrés du savoirI gradi del sapere19321,19637
De la philosophie chrétienneSulla filosofia cristiana1933
Du régime temporel et de la libertéStrutture politiche e libertà1933
Sept leçons sur l'être et les primiers principes de la raison spéculativeSette lezioni sull'essere e i primi principi1934
Science et sagesseScienza e saggezza1935
De la philosophie de la natureLa filosofia della natura1935
Humanisme intégralUmanesimo integrale,fede e democrazia1936, 19462
Réflexions sur l'intelligenceRiflessioni sull'intelligenza1938
Les droits de l'homme et la loi naturelleI diritti dell'uomo e la legge naturale1942
De Bergson à Thomas d'AquinDa Bergson a Tommaso d'Aquino1944, 1947 2
Court traité de l'existance et de l'existantBreve trattato dell'esistenza e dell'esistente1947
La signification de l'athéisme contemporainIl significato dell'ateismo contemporaneo1949
Neuf leçons sur les notions premières de la philosophie moraleNove lezioni sulle prime nozioni di filosofia morale1951
Man and the StateL'uomo e lo stato1951
Quatre essais sur l'esprit dans sa condition charnelleQuattro saggi sullo spirito umano nella condizione d'incarnazione1956
On the philosophy of HistoryPer una filosofia della storia1957
Reflections on AmericaRiflessioni sull'America1958
Pour une philosophie de l'éducationPer una filosofia dell'educazione1959
La philosophie moraleLa filosofia morale19601
On the Use of PhilosophySull'uso della filosofia1961
Journal de RaïssaDiario di Raissa1963
Le paysan de la GaronneIl contadino della Garonna1966
De l'Eglise du ChristLa Chiesa di Cristo1970
Approches sans entraves1973

filosofia teoretica

La sua adesione al tomismo fu entusiastica e, si potrebbe dire, “militante” (abbiamo sopra ricordato il suo «guai a me se non tomistizzo), ma non meramente ripetitiva: Maritain cercò di far interagire i principi della filosofia di Tommaso con i fermenti e i problemi posti dalla cultura contemporanea.

Presentò in numerose opere la filosofia tomista quale alternativa valida nei confronti delle filosofie anticristiane e antirealiste moderne e contemporanee, accettando l'idea del tomismo come philosophia perennis, stabile deposito delle verità essenziali raggiungibili dal pensiero umano.

contro il gnoseologico dualismo moderno ...

che porta poi al relativismo

Netta è perciò la sua critica all'età moderna, che ha volto le spalle al realismo gnoseologico medioevale, per il quale la mente umana conosce davvero la realtà. In particolare si può ricordare la sua puntuale difesa del concetto di intenzionalità del pensiero, contro il dualismo cartesiano e moderno: per quest'ultima impostazione noi non conosceremmo immediatamente altro che le nostre idee, mentre per Maritain, con Tommaso d'Aquino e Aristotele, l'idea non è l'oggetto del pensiero (non è un quod), ma il tramite (il quo), ciò attraverso cui il pensiero conosce la realtà stessa.

... ma anche contro un “realismo ingenuo”

che porta a un intollerante dogmatismo

Certo, conoscere la realtà non significa conoscerla perfettamente: la nostra conoscenza è imperfetta. Per questo Maritain si oppone a qualsiasi atteggiamento intollerantemente dogmatico, che fa come se tutto fosse immediatamente e automaticamente chiaro. Col risultato di bollare come in malafade chi non riconosce quello che al dogmatico appare evidente.

Piena validità poi egli riconosce al sapere scientifico, che egli si sforzò di mostrare perfettamente compatibile con la metafisica classica, e in particolare col tomismo.

In particolare egli sostenne che l'edificio del sapere non è monolitico, ma articolato, e che scienza e metafisica sono diversi, ed egualmente legittimi gradi del sapere. A un grado superiore egli poi colloca la saggezza teologica, mentre al vertice del sapere umanamente raggiungibile in questa vita è la saggezza mistica.

A questo proposito però egli difese la concezione cristiana di mistica, contro ogni deriva naturalistica: all'esperienza di prossimità con Dio non si giunge tramite delle tecniche, poggianti sullo sforzo umano, ma vi si giunge se, quando e come Lui vuole, nella Sua gratuita liberalità, dentro il Suo disegno, che non mira a un estatico distacco dal mondo, ma alla redenzione di tutto il genere umano, incentrata sulla Persona di Cristo.

la proposta politica

In filosofia politica Maritain combatté decisamente ogni forma di socialismo, in quanto espressione di una erronea concezione dell'uomo, ma non mancò di criticare anche il capitalismo individualistico.

la modernità

L'età moderna si è allontanata dal cristianesimo (dalla Chiesa cattolica, prima, con Lutero, da Cristo, poi, con l'illuminismo, e da Dio, infine, con l'idealismo e le filosofie successive), il che è un male, ma è dovuto anche all'errore, commesso dal Medioevo, di schiacciare un po' troppo la natura e le sue esigenza, sottomettendola in modo goffo e rozzo al soprannaturale.

l'ideale a cui tendere

Per cui occorre ora puntare sì a una nuova società cristiana, che non sia però più, come quella medioevale una civiltà “cristiano-sacrale”, ma una civiltà “cristiano-profana”, che riconosce cioè i diritti di autonomia della natura e non pretende di costringere la gente a credere. È questo un ideale “storico-concreto”, che fugge tanto da una astratta progettualità ideologica (che pretende di forzare al bene in modo non realistico, intollerante) quanto da un cinismo machiavellico (per il quale il male sarebbe inevitabile e occorrerebbe rassegnarsi ad esso).

persona e comunità

In pratica tale nuova società avrebbe dovuto salvare tanto il valore della persona (singola) quanto quello del bene comune, della comunità, evitando sia l'individualismo sia il collettivismo. A livello economico, in particolare, egli propose tra l'altro la partecipazione dell'operaio alla direzione dell'azienda.

agire da cristiani e in quanto cristiani

Un punto importante della proposta politica di Maritain riguarda il nesso tra fede e azione politica. Opponendosi all'idea (Carl Schmitt aveva teorizzato appunto una teologia politicaschmittiana) di teologia politica, egli sostenne la legittimità di un pluralismo tra cristiani politicamente impegnati. Un conto infatti è agire in quanto cristiani (dove è la fede che guida in modo infallibile e dove tutti devo essere uniti), altro conto è agire da cristiani, come è quando si agisce in politica: lì uno non può trascinare la fede in scelte che rimangono per definizione contingenti e opinabili, e, pur cercando di operare nel modo più giusto possibile, uno non deve scandalizzarsi se altri credenti, sul modo di affrontare un determinato specifico problema, si trovano in disaccordo con lui.

Ovviamente, si tratta di operare con equilibrio e buon senso: è ovvio che su alcune scelte politiche i cristiani non possono dividersi. Ma su molte altre sì. Non perché l'ideale sia la divisione, ma perché realisticamente il modo concreto di declinare la dottrina sociale della Chiesa non deve vedere atteggiamenti di intollerante prevaricazione (tipo “andrai all'Inferno se non voti come dico io”).

Per un giudizio

Vale per Maritain molto di quanto si è detto di San Tommaso d'Aquino: lì pertanto rinviamo per un primo, complessivo giudizio.

Più specificamente va da un lato riconosciuto a Maritain un buon lavoro di sintesi, soprattutto per aver mostrato come il sapere scientifico contemporaneo non sia incompatibile con il sapere "sapienziale" filosofico e teologico. Un suo limite è la mancanza di dialogo con le correnti teologiche che riaffondavano lo sguardo nella Patristica: la sua idea che “solo Tommaso” avesse qualcosa da dire ha limitato la sua proposta filosofica ed è stata un'occasione mancata per un reciproco arricchimento con i tra cui de Lubac e la Nouvelle Théologieteologi “nouveaux”. Peraltro gli va dato atto di non aver avuto la ristrettezza mentale di molti altri neotomisti.

La sua proposta politica vede da un lato una apprezzabile ricostruzione della storia post-cristiana, con un imprescindibile giudizio sui passaggi nodali della modernità. Il suo ideale storico-concreto di una nuova Cristianità, pur in sè sostanzialmente apprezzabile, appare affidato più all'azione di gruppi dirigenti, concepiti in modo astratto, che a una lievitazione di “brandelli di società nuova”, non dirigisticamente programmabile.

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