un ritratto di Hegel

Hegel: la storia

l'inesorabile progresso verso la piena attuazione dello Spirito

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«Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale»«Was vernünftig ist, das ist wirklich;
und was wirklich ist, das ist vernünftig»

la storia

Non esiste un solo stato, e il rapporto tra gli stati non è qualcosa di statico: dalla molteplicità degli stati, in dinamica evoluzione nasce la storia.

in generale

E' possibile comprendere la storia, la sua logica. Infatti solo apparentemente la storia è un succedersi di eventi casuali, contingenti. In realtà essa è razionale, di una razionalità che non deve essere creduta, come potrebbe essere nel caso di una teologia della storia, ma può essere saputa, compresa dalla ragione. Dunque esiste una filosofia della storia. E questa coglie non solo delle linee generali, delle leggi universali, delle costanti, ma capisce esaurientemente ogni dettaglio concreto della storia.

Che cosa è allora la storia? In generale essa è attuazione e manifestazione progressiva della ragione, dell'Assoluto, dello Spirito. Infatti Dio diviene, si realizza, nella storia.

Paolo Uccello, La battaglia di San Romano: per Hegel la guerra è inevitabile, e ultimamente feconda, positiva

L'Assoluto è quindi esaurientemente nella storia. Non esiste perciò niente di metastorico. Non esiste giustizia metastorica (lo si è già visto: non esiste un diritto naturale metastorico):
piuttosto "la storia universale è il giudizio universale" (die Weltgeschichte ist das Weltgericht, § 548). Dunque:

  • tutto ciò che accade nella storia ha una sua ragione, una sua necessità, come momento inevitabile del dispiegarsi della Ragione assoluta;
  • anche la guerra è giustificata, ed è bene, né può essere eliminata (in ciò H. si stacca non solo dal Cristianesimo ma anche da Kant).

Il fine della storia in questa prospettiva è "che lo spirito giunga al sapere di ciò che esso realmente è (...) manifesti oggettivamente sé stesso", ossia è la piena automanifestazione dello spirito in una realtà storico-oggettiva.

La modalità attraverso cui si giunge a tale fine è:

  • il succedersi di vari popoli (in effetti l'azione dell'individuo, dice H., è tanto più efficace, quanto più si innerva nella vita del suo popolo), in cui via via si incarna lo Spirito universale;
  • quest'ultimo si serve anche di motivazioni passionali e particolari per raggiungere attraverso di esse dei fini universali: si attua così la astuzia della ragione;
  • nella storia si evidenziano dei personaggi di speciale portata, degli eroi o weltgeschichtlichen Individuen (individui storico-universali), che sanno cogliere il senso in cui va la storia, e sanno collocarsi su un punto di vista superiore (benché in qualche modo anche loro soggiacciano alla Astuzia della Ragione); il loro segno è il successo, e la gente comune sente che li deve seguire (si pensi a personaggi come Alessandro Magno, Cesare, Napoleone).

In particolare

Hegel ripartisce la storia in tre grandi momenti:

1. il mondo orientale

caratterizzato dalla sottomissione di tutti (al monarca, solo libero)

2. il mondo greco-romano

caratterizzato dalla libertà di alcuni (accanto però alla schiavitù di altri)

Hegel vi distingue la grecità, a cui riconosce una capacità di armonia, tra l'uomo e la natura e tra individuo e stato, nella polis, e una giovinezza dello spirito (non a caso i suoi eroi sono dei giovani, come Achille e Alessandro Magno), e il cui centro è l'arte (come umanizzazione della natura), contrapponendola a Roma, momento invece di antitesi, di separazione tra particolare e universale, tra individuo e Stato (si pensi al diritto romano, per cui il singolo può ergersi contro lo Stato).

3. il mondo cristiano-germanico

caratterizzato dalla libertà di tutti, pur affermatasi solo progressivamente.

Al Cristianesimo egli riconosce il merito di aver affermato Dio come Spirito, col limite però di pensarlo come Altro dall'Uomo (è il tema della coscienza infelice).

La modernità poi viene vista come frutto soprattutto dello spirito germanico, con la sua unità e saldezza interiori, mentre i popoli romanici sono “scissi”. In questo senso esemplare è stata la Riforma, affermazione dell'interiorità e della soggettività e momento di consolidamento degli Stati.

L'Illuminismo e la Rivoluzione francese hanno avuto il merito di sostenere la libertà, ma il torto di intenderla formalisticamente.

Punto culminante dell'intero cammino della storia è la Prussia del suo tempo, a cui spetterebbe un ruolo di guida del mondo.

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