La filosofia dell'Ottocento

Una ebbrezza antropocentrica

Nell'Ottocento gran parte del pensiero filosofico sostituisce alla metafisica una progettualità umana, fondata su una soggettività che si pretende divina: così, tra gli altri, fanno Fichte, Schelling, Hegel, Marx, Comte e in generale il positivismo, ad eccezione di quello inglese.

Si fanno però strada, a un certo punto, delle critiche a tale pretesa infinità dell'uomo:

Ovvero si ritiene di poterla raggiungere solo per una via irrazionalistica, con Nietzsche.