la filosofia di inizio '800

tra Kant e l'idealismo

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avvertenza: questa pagina non è una trattazione completa del romanticismo, ma una scheda sintetica di uso essenzialmente didattico.

La filosofia tra Kant e l'idealismo

La problematicità della cosa-in-sè

Friedrich Heinrich Jacobi (1743/1819)

Confidava che Lessing, poco prima di morire, gli aveva confidato di essere spinozista. Aprì la polemica sul panteismo di Spinoza, lo Spinozasstreit o Pantheismusstreit con le sue lettere a Mendelssohn: difesa, contro Spinoza, della libertà.

Contro la speculazione astratta (contro anche Hume): è vero che non le possiamo dimostrare razionalmente, ma è per fede che crediamo l’esistenza di Dio, la libertà, l'esistenza delle cose, la causalità; bisogna seguire la testimonianza immediata della coscienza, non il raziocinio. Attaccò gli esiti idealistici del criticismo (il cui proton pseudos sarebbe l'affidarsi a un sistema apodittico e non ad una facoltà superiore, intuitiva)

Molti lo attaccarono sulla sua tesi che Spinoza non fosse credente e sulle sue tesi connesse: Mendelssohn difese Lessing (in Agli amici di Lessing) dall'accusa di spinozismo, Kant ribadì l'inconoscibilità dell'Assoluto, Goethe sostenne che Spinoza era christianissimus, e così fede anche Herder che distinse tra panteismo e panenteismo, Schleiermacher definì Spinoza pieno di religione e di Spirito Santo e lo stesso Novalis lo disse un uomo ebbro di Dio. Solo Hegel avrebbe riconosciuto l'acutezza dell'interpretazione jacobiana di Spinoza, salvo il criticarne, in Fede e sapere, la riduzione della ragione a semplice istinto.

Über die Lehre des Spinozas 1785

Friedrich Daniel Ernst Schleiermacher (1768/1834)

  • Über die Religion, 1799
  • Über den wert des lebens, 1792
  • Monologen, 1800
  • Die christliche Glaube, 1822

Tradusse tutto Platone.

Contro il razionalismo illuministico-kantiano: la religione deve essere riconosciuta anche dagli uomini di cultura; e il sentimento è l'organo con cui si coglie l'unità di pensiero ed essere. La religione ha un suo specifico spazio: non è né un sapere, né un fare, ma è sentimento dell'universo e intuizione dell'infinito. Essa prende origine dal sentimento di dipendenza, che mette a contatto con l'Assoluto, sentimento che nasce sia dalla considerazione dell'universo, sia da quella del nostro io.

Dio e il mondo non sono né separabili, né identici, ma sono reciprocamente interdipendenti: la vera religione è il panteismo (ecco perché apprezzava tanto Spinoza), mentre le religioni positive non ne sono che aspetti parziali e incompiuti.

La dialettica è arte del pensiero che esce dall'opinione soggettiva ma non è ancora diventato sapere, anche se vi tende. Si sviluppa attraverso opposizioni alla ricerca del fondamento unitario di tutto, che però non può essere trovato concettualmente, ma solo intuito nel sentimento.

Dilthey prima e Gadamer poi hanno riconosciuto il loro debito verso di lui che per primo intese l'ermeneutica nel suo pieno valore, non solo come una disciplina ausiliaria, ma come teoria generale del comprendere. Lui stesso elaborò il concetto di circolo ermeneutico, non tra interpretante e interpretato, ma tra tra il tutto e le parti di un testo, reciprocamente illuminantesi.

Karl Leonard Reinhold (1758/1823)

kantiano, benché sui generis. Spostò il baricentro del pensiero criticista verso il soggetto, in quello che chiamò il principio della coscienza, per cui la rappresentazione è il principio unitario che sintetizza il soggetto che rappresenta, e l'oggetto rappresentato.

Le tre idee della ragione non sono più oggetto di una dialettica trascendentale, ma di una teoria della ragione, l'unità suprema dell'incondizionato non può essere conosciuta, ma pensata.

Gottlob Ernst Schulze (1761/1833)

Enesidemus 1792

Si rifece appunto allo scetticismo contro Kant e Reinhold (e con riferimenti anche a Hume), non però come totale sfiducia nella ragione, ma come sentimento della sua inesauribile perfettibilità: impossibile applicare la categoria di causa alla cosa in sé, che perciò non può essere detta causa del fenomeno. E come possono i concetti puri attagliarsi alle cose, se non immaginanando una sorta di armonia prestabilita?

Salomon Maimon (1754/1800)

Ebreo lituano (si sposò a 11 anni, e divenne padre a 14); formatosi al Talmud e alla Cabbala, fu stimolato dalla riflessione kantiana. Accoglie da Schulze il concetto insostenibilità del concetto di cosa in sé (mostruoso: unding): piuttosto la cosa-in-sè è un concetto-limite (grenzbegriff)