Il positivismo tedesco

Decisamente più polemico di quello inglese e di livello più culturale che filosofico, il positivismo tedesco sostenne tra l'altro un intransigente, e poco razionalmente soppesato, materialismo.

Jacob Moleschott(1822/93)

Di origo olandese, fisiologo; si formò in Germania, e insegnò in Svizzera (a Zurigo, dove conobbe F. De Sanctis) e in Italia (a Torino e a Roma).

In Die Nahrungslehre für den Volk (Dottrina dell’alimentazione per il popolo, 1850) affermò la fondamentale importanza della alimentazione, dato che l'uomo non è altro che materia. Celebre la sua frase non c'è pensiero senza fosforo (analogamente Feuerbach, recensendo il suo libro, avrebbe affermato che l'uomo è ciò che mangia). Ne segue che l'emancipazione delle classi povere passa attraverso il miglioramento del cibo.

In Kreislauf des Lebens (La circolazione della vita) sostenne, in polemica con Liebig, che nelle Lettere sulla chimica riteneva razionalmente necessario ricorrere a un principio superiore per spiegare la vita, che la vita si spiega con la vita, orizzontalmente e non occorre ricorrere a fattori trascendenti per spiegarla. Ne trasse tra l'altro la proposta di coltivare grano nei cimiteri, dove il terreno, grazie alla decomposizione dei cadaveri, è più fertile: dalla morte di alcuni viventi (i defunti sepolti) nasce la vita di altri. Così veniva dissacrato il valore della persona, ridotta a un mucchietto di materia. Alla faccia dell'umanesimo ateo!

Carl Vogt (1817/95)

Zoologo, tedesco, insegnò in Svizzera (dove riparò, avendo partecipato al '48 in Germania).

Anche lui sostenne una concezione biecamente materialistica, arrivando a porre una relazione tra pensiero e cervello del tutto analoga a quella tra bile e fegato e tra urine e reni. Polemizzò con R.Wagner sull’anima, nello scritto La fede del carbonaio e la scienza (1854). Wagner aveva sostenuto che la scienza nulla può dire contro l'esistenza di un'anima immortale, e che questa era richiesta dall'ordine morale del mondo. Vogt ribatté con ironia, descrivendo il vagare annoiato delle anime separate dal corpo dopo la morte, e sostenne che la scienza può escludere l'esistenza di un'anima immortale.

L. Büchner (1824/99)

Tedesco, di Darmstadt, medico. Scrisse Kraft und Stoff (Energia e materia, 1855) sostenendo che la realtà è solo materia, eterna come eterne sono le sue leggi; perciò per spiegare il mondo non c'è bisogno della creazione. Anche il cosiddetto spirito altro non è che congiunzione di energia e materia.

Ernst Haeckel (1834/1919)

Di Potsdam. Studioso di zoologia, professore a Jena.

In Die Welträtsel (Gli enigmi del mondo, 1899) contestò a Du Bois-Reymond (nato a Berlino, e segretario dell’accademia delle Scienze) che aveva scritto Die sieben Welträtsel sostenendo che esistevano sette misteri

1.l'origine della materia e dell'energia,

2.l'origine del movimento,

3.l'origine della vita,

4.il finalismo della natura,

5.l'origine della coscienza,

6.la formazione del pensiero e del linguaggio

7.la libertà del volere

Invece per Haeckel non vi era affatto mistero in ciò: materia, energia e coscienza non hanno propriamente un’origine, ma sono attributi dell'unica sostanza; il finalismo della natura è riconducibile al meccanicismo; la formazione della vita e del linguaggio sono frutto dell'evoluzione; la libertà del volere non ha spiegazione, in quanto nemmeno esiste.