l'Italia della Prima Repubblica
Quelli che seguono sono appunti “stenografici” ad uso soprattutto di maturandi; non vi si cerchi completezza (nemmeno sintattica).
la partita per il destino dell'Italia
La fase finale della 2a guerra mondiale vide lo scontro tra due diversi modi di affrontare il dopoguerra: quello voluto dalle formazioni politico-partigiane di sinistra, legate al modello sovietico, e quello delle formazioni moderate filooccidentali (DC e alleati di centro).
dalla monarchia alla repubblica: una difficile transizione
Venne comunque trovato un punto di accordo tra il CLN e la monarchia e poterono formarsi, dopo la caduta di Mussolini, dei governi di coalizione, che si potrebbero chiamare di unità nazionale, in attesa del referendum sulla forma di stato (monarchia o repubblica) prima e delle elezioni politiche (del 18 aprile) poi.
i ministeri dopo Mussolini
Ricapitoliamo i governi dalla caduta del fascismo alle elezioni del 18 aprile:
- Badoglio
- lug ‘43/giu ‘44 - rispondeva solo al Re
- Bonomi
- giu 44/giu ‘45 - frutto di accordo col Re (dopo la svolta di Salerno) emanazione del CLN
- Ferruccio Parri
- giu ‘45/nov 45 - tutti i partiti antifascisti
- De Gasperi
- nov 45/mag 47 - tutti i partiti antifascisti
- De Gasperi
- mag 47/apr 48 - monocolore DC
La Costituente
Oltre che nei governi di coalizione, l'unità delle forze antifasciste si attuò nella elaborazione della Costituzione.
Il 2 giugno 1946 infatti, come concordato col Re, si tenne un voto che doveva decidere con referendum quale forma di stato l'Italia avrebbe dovuto avere, monarchica o repubblicana. Contestualmente venne eletta una Assemblea Costituente, incaricata di redigere appunto la Carta fondamentale del nuovo Stato.
Il referendum diede la maggioranza alla Repubblica (12.717.000 ca. voti contro 10.719.000 ca.) e la Costituente si mise subito all'opera: ne vediamo le scelte fondamentali in una scheda a parte.
Le elezioni del 18 aprile
Videro uno scontro molto aspro tra il fronte anticomunista, polarizzato attorno alla DC e i socialcomunisti. Grande era il livello di tensione e di diffidenza reciproca, con pesanti accuse di non rispetto della democrazia e reciproca delegittimazione.
Il risultato vide la vittoria netta della DC e dei suoi alleati anticomunisti e filooccidentali: fu una scelta di campo chiara, che fece dell'Italia una nazione pienamente inserita nel mondo democratico occidentale, in contrapposizione al totalitarismo staliniano.
risultati
Votanti
- per la Camera: 26.854.203 (92,2%)
- per il Senato: 23.842.919 (92,1 %)
Camera |
|||
Partiti |
Voti |
% |
Seggi |
DC |
12.741.299 |
48,5 |
305 |
Fronte democratico popolare |
8.137.047 |
31,0 |
183 |
Unità socialista |
1.858.346 |
7,1 |
33 |
Blocco nazionale |
607.792 |
|
|
Movimento sociale italiano |
526.670 |
2,0 |
6 |
Partito nazionale monarchico |
1.729.174 |
2,8 |
14 |
Senato |
|||
|
Voti |
% |
Seggi |
DC |
10.899.640 |
48,1 |
131 |
Fronte democratico popolare |
6.969.122 |
30,8 |
72 |
Unità socialista |
943.219 |
4,2 |
8 |
Blocco nazionale |
|
|
|
Movimento sociale italiano |
164.092 |
0,7 |
0 |
Partito nazionale monarchico |
393510 |
1,7 |
3 |
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il centrismo
condizioni
- Fu favorito dal contesto internazionale della guerra fredda (lotta dura contro il comunismo e le forze a quello alleate: allora lo stesso PSI era “frontista”, cioè alleato del PCI e ambiguo nella scelta tra Occidente e mondo comunista).
- Anche la Chiesa è attivamente schierata: il 12 luglio del ‘49 viene chiarito dal ora Congregazione per la Dottrina della Fede: è l'organo della Chiesa incaricato di tracciare una linea di demarcazione tra ortodossia ed eresiaS.Uffizio che aderire al PCI e alla sua dottrina implicava una cioè l'esclusione dalla “comunione ecclesiale”, il che implica non solo il divieto di accostarsi ai sacramenti, ma l'ammonimento che morire in tale stato significa (elevata probabilità di) dannazione eternascomunica per apostasia.
L'isolamento in cui devono essere tenuti i comunisti porta alla rottura della unità sindacale: impossibile, per chi non è filosovietico restare nella CGIL, legata in modo preferenziale al PCI; così nel ‘50 nascono
- la UIL (5 marzo), sindacato che raccoglie socialisti filo-occidentali, socialdemocratici e laici di centro,
- la CISL (1 maggio), sindacato legato al mondo cattolico,
- la CISNAL (24 marzo), sindacato vicino alla destra post-fascista.
politica estera
Il carattere nettamente filo-occidentale e anti-sovietico del governo centrista è documentato dalle importanti scelte:
- adesione alla Nato (1949), l'alleanza militare che riuniva i paesi occidentali attorno agli Stati Uniti, frontalmente contrapposto al Patto di Varsavia .
- e alla CEE, che nasce nel 1958, come estensione della CECA, nata nel '51, e come questa composta da Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo.
politica economica
▲Essa fu in buona parte delegata a ministri liberali, tra i quali ricordiamo Luigi Einaudi, che avviò una politica deflazionistica, a costo della disoccupazione.
Ne seguì il boom economico (con un tasso di crescita tra i più alti del mondo di allora) è reso possibile dal basso costo del lavoro, grazie anche alla manodopera meridionale, che emigra massicciamente al Nord (tra il ‘51 e il ‘61 la popolazione di Milano cresce del 24%, quella di Torino del 43%)
▼non mancano iniziative sociali
- con il “piano Fanfani” vengono costruite case popolari (pur prelevando i soldi anche dagli stipendi), saranno 75.000 circa le abitazioni costruite;
- nasce la Cassa del Mezzogiorno (agosto 1950 / 1983), con ingenti fondi (nei soli primi dieci anni vennero investiti 1500 miliardi) per opere pubbliche: di bonifica, acquedotti e fognature, strade e ferrovie, turismo;
- con la riforma Vanoni viene introdotto l'obbligo di una annuale dichiarazione dei redditi, una novità che andava a infastidire i ceti più abbienti e che venne infatti avversata soprattutto da destra;
- certi simboli di benessere (come l'automobile, gli elettrodomestici, il turismo di massa) cominciano a si diffondersi anche tra i ceti popolari;
- nel ‘53 nasce l'ENI.
politica interna
I governi centristi tengono un linea dura contro i manifestanti di sinistra (ministro dell'Interno: Scelba);
- creazione dei reparti celeri (motorizzati per pronto intervento)
- il 6 gen 1950: a Modena 6 operai sono uccisi dalla polizia durante una manifestazione sindacale;
Il clima di aspro scontro politico con la sinistra socialcomunista rallenta la piena attuazione della Costituzione:
- la Corte costituzionale viene istituita solo nel '56,
- le regioni solo nel 1970
Non esisteva in effetti un clima di fiducia e di reciproca legittimazione tra l'area di governo, democratica e filo-occidentale e il PCI, legato al mondo sovietico e sospettato di voler fare dell'Italia un satellite sovietico al pari degli altri paesi europei dell'Est, dove la democrazia era stata soppressa e le libertà fondamentali conculcate.
il centro-sinistra
in anni di forte crescita produttiva (al 6,5 % annuo il tasso di aumento del PIL), tale che si parlò di miracolo economico
- ▲dopo la disastrosa esperienza Tambroni (1960: monocolore DC appoggiato dal MSI)
- ▼si attua la formula del centro-sinistra, coi governi
- Fanfani (60/62): astensione esterna del PSI
- Fanfani (62/3 ) con programma concordato col PSI
- Moro: il primo governo organico di centro-sinistra (nel 63)
condizioni
- il disgelo russo-americano (Kruscev e Kennedy) e Papa Giovanni XXIII;
- il distacco del PSI dal PCI (svolta autonomista di Nenni), anche in seguito ai fatti dell'Ungheria
- il prevalere nella DC di uomini della sinistra (Fanfani, Moro), per cui nel '55 venne eletto presidente Gronchi coi voti della sinistra DC e delle sinistre
punti qualificanti
▲ scelte più “di sinistra”
- nazionalizzazioni (ENEL): dic. ‘62. Si tratta di una scelta “di sinistra”, perché lo Stato guadagna potere rispetto ai privati e pone le basi per prezzi dei servizi erogati più accessibili ai ceti popolari.
- scuola media unica (gen. 63) abolendo l'avviamento professionale. Anche questa è una scelta “di sinistra”, perché i figli dei “poveri” (che prima frequentavno prevalentemente l'avviamento professionale, che li buttava subito nel mondo del lavoro come lavoratori dipendenti) ora frequentano la stessa scuola frequentata dai “figli dei ricchi”, a cui tradizionalmente era destinata una carriera scolastica più lunga e “raffinata” (dopo il ginnasio, il Liceo e l'Università), per consenire loro un più agevole accesso ai posti comando nella società.
▼aspetti moderati
- Il prelievo fiscale sui titoli azionari ebbe breve vita, per il crollo della borsa e la fuga di capitali che ne seguì. Se tale misura fosse stata mantenuta essa avrebbe significato tassare più fortemente i ricchi. quindi la rinuncia a questa misura (che era “di sinistra”) va vista come una scelta “moderata”.
- L'attuazione delle regioni fu rinviata. Questa fu una scelta “moderata” (non “di sinistra”), perché attuare le regioni avrebbe significato dare alcune regioni (soprattutto Emilia-Romagna e Toscana) in mano alla sinistra, che in esse era maggioritaria.
i partiti
L'attuazione della formula del centro-sinistra provoca dei cambiamenti nei partiti dell'area socialista:
- da un lato una scissione a sinistra: il Partito socialista italiano di unità proletariaPSIUP esce dal PSI non accettando la svolta governativa (1964)
- dall'altro l'unificazione tra PSI e PSDI (1966 (Congresso di Roma) /1969)
il ‘68
Il '68 fu un fenomeno che interessò sia, anzitutto, il mondo studentesco, sia, poi, il mondo operaio.
nel mondo studentesco
In ambito studentesco prese il via, dentro il più grande movimento internazionale di agitazioni studentesche che era partito dagli Stati Uniti e aveva poi coinvolto l'Europa (Francia e Germania in particolare), una grande stagione di contestazione.
Si contestavano il nozionismo, l'autoritarismo, la selettività della scuola e dell'università, dentro una più generale contestazione della società capitalistica, la «società dei consumi» e delle scelte degli stati occidentali, in primis l'imperialismo e il militarismo, che si erano manifestati con la guerra del Vietnam.
Le modalità della protesta erano le occupazioni di facoltà universitarie e manifestazioni di piazza, che non di rado, per la loro violenza (tipico l'uso dei sanpietrini, poi delle bombe-molotov), comportavano scontri con le forze dell'ordine.
Valori che guidavano i contestatori furono lo spontaneismo (espresso dallo slogan fantasie au pouvoir) e la democrazia di base, l'egualitarismo, la solidarietà alla classe operaia.
Nacquero così nuove formazioni politiche a sinistra del PCI, i gruppi extraparlamentari: Lotta continua, Avanguardia operaia, Potere operaio, il Manifesto, di impostazione appunto spontaneista e operaista, e critici verso il PCI, visto come troppo compromesso col potere costituito.
nel mondo operaio: l'autunno caldo
Nell'autunno del '69 si aprì una imponente stagione di lotte operaie, a partire da alcune grandi fabbriche del Nord, anche per l'influenza del movimento studentesco, da cui in effetti vennero mutuate parole d'ordine e modalità organizzative (ad esempio l'assemblea di fabbrica come luogo decisionale). L'esito di queste lotte operaie, gestito dai tre grandi sindacati in modo unitario, fu un rafforzamento del potere contrattuale della classe operaia, che si vide riconosciuti importanti aumenti salariali (fino al 18%) e lo Statuto dei lavoratori (1970), che sanciva un avanzamento dei diritti degli operai, dentro un contesto di generalizzata stima per la condizione lavorativa.
il terrorismo
Due furono le tipologie del terrorismo in Italia, tra il '69 e l'85: quella stragista e quella mirata a colpire la singola persona.
il terrorismo stragista / la strategia della tensione

Elenchiamo di seguito le stragi messe in atto dal terrorismo stragista
- piazza Fontana
- 12.12.69 - 17 morti, 88 feriti
- Freccia del Sud
- 22.07.70 - 6 morti, 50 feriti
- Peteano
- 31.05.72 - 3 morti
- piazza Loggia
- 28.05.74 - 8 morti, 94 feriti
- Italicus
- 4.08.74 - 12 morti, 105 feriti
- Stazione di Bologna
- 2.08.80 - 85 morti, 177 feriti
- Rapido 904
- 22.12.84 - 16 morti, 131 feriti
- Fiumicino
- 27.12.85 - 17 morti, 75 feriti
Chi ne fu il protagonista? Non è mai stata fatta piena luce, ma i sospetti più pesanti si indirizzano verso l'area di estrema destra. Per vari motivi:
- in tale area si erano sviluppate teorie che fornivano una giustificazione teorica all'uccisione di masse (senso aristocratico del superomismo, disprezzo per la massa).
- era interesse politico di chi voleva una svolta in senso autoritario alimentare un clima di tensione (la «strategia della tensione»), funzionale alla instaurazione di un regime dittatoriale, di cui vi erano all'epoca molti esempi, dalla Grecia dei colonnelli, al Cile di Pinochet, alle varie dittature militari sudamericane e asiatiche. La sinistra avanzava, il centro si mostrava troppo “molle” e incapace di gestire l'ordine, dunque l'unica soluzione avrebbe dovuto essere una dittatura di destra.
il terrorismo rosso

Mentre molte zone d'ombra persistono tutt'oggi sullo stragismo, una mappa piuttosto completa è stata ricostruita riguardo al terrorismo rosso: i suoi responsabili sono stati quasi tutti assicurati alla giustizia e hanno “confessato” il loro operato terroristico, chi perché sinceramente pentito, chi per opportunismo (la “legge sui pentiti” prevedeva sostanziosi sconti di pena per chi collaborava con la giustizia), chi come forma di orgogliosa rivendicazione.
Obiettivo del terrorismo rosso (la cui formazione più importante furono le Brigate rosse, oltre alle quali operarono anche i NAP e Prima linea) era quello di creare le condizioni per una insurrezione rivoluzionaria generale, ritenendo sbagliata la scelta del PCI di inserirsi nella dialettica del parlamentarismo “borghese”. Nel frattempo le loro azioni avrebbero dovuto creare paura nell'avversario di classe.
Strumento per tale obiettivo era la lotta armata, che in attesa di far scoccare la scintilla della rivoluzione, puniva i nemici di classe, come esponenti dei partiti anticomunisti e dirigenti e padroni che si rendessero responsabili di comportamenti antisindacali, li puniva sequestrandoli (e chiedendo un riscatto, o in denaro o in liberazione di compagni arrestati), o gambizzandoli o uccidendoli.
Momento culminante della strategia brigatista, ma anche inizio della sua fine, fu il sequesto, conclusosi con l'uccisione, di Aldo Moro (1978), uno dei più prestigiosi statisti italiani, stimato anche a sinistra.
Dopo il tragico sequestro Moro settori sempre più numerosi di quella che veniva chiamata la zona grigia del movimento comunista, coloro che non stavano «né con lo Stato né con le BR», vennero distanziando le proprie posizioni dalle BR, il cui operato apparve ingiustificatamente sanguinoso.
la Solidarietà nazionale
Si tratta di una formula politica che campeggia nella seconda metà degli anni '70, esprimendo però un clima che si estende anche alla prima metà del decennio: fin dall'inizio di esso infatti Enrico Berlinguer, segretario del PCI aveva avanzato la richiesta di un compromesso storico tra le masse cattoliche, socialiste e comuniste (in pratica tra DC, PSI e PCI), garantendo di non voler seguire il modello sovietico (aveva infatti condannato l'invasione della Cecoslovacchia nel '68 e si era fatto fautore, coi comunisti spagnoli e francesi, di un eurocomunismo, una via occidentale al comunismo, autonoma da Mosca) e di accettare le regole democratiche: e il PSI gli aveva fatto eco chiedendo equilibri più avanzati rispetto alle formule di centro-sinistra, in pratica un qualche coinvolgimento del PCI nella maggioranza di governo.
Fu un ulteriore spostamento a sinistra dell'asse politico delle maggioranze governative: il PCI infatti, ancora escluso nelle formule di centro-sinistra, entrava in qualche modo nella maggioranza, pur senza entrare però nell'esecutivo con propri ministri.
In un primo tempo il PCI diede la sua non-sfiducia al governo Andreotti (1976/78), poi votò, positivamente, la fiducia a un nuovo governo Andreotti (un monocolore DC, 1978/79).
condizioni

- La DC era in crisi: il referendum sul divorzio del 1974 aveva visto vincere il fronte laicista, il che suonava come un minaccioso campanello di allarme, e così anche alle elezioni del '75 la distanza tra DC e PCI si assottigliò molto (35% contro 33%);
- era in atto una grave crisi economica (risalente alla crisi del petrolio, innescata dalla guerra del Kippur del 1973 ), che portò l'inflazione a due cifre, con punte del 19%
- anche in rapporto alla crisi economica era in atto il terrorismo, nero e rosso,
Proprio per fronteggiare tali gravi minacce una DC indebolita era obbligata a cercare di compattare le forze politiche in uno sforzo appunto di coesione, di solidarietà nazionale: non perché condividessero un comune programma, ma per fronteggiare una emergenza assolutamente straordinaria.
contenuti qualificanti
Il PCI diede un suo contributo a delle scelte che rivelavano una particolare sensibilità sociale:
- la scala mobile (1975), che adeguava costantemente i salari alle variazioni del costo della vita, garantendo così una costanza di potere d'acquisto dei salari.
- la riforma sanitaria (1978), che assicurava a tutti, dunque anche ai meno abbienti, un adeguato e gratuito trattamento sanitario;
- l'equo canone (1978), che vincolava i proprietari di abitazioni ad affittarle a condizioni non dettate dalla legge della domanda e dell'offerta, ma stando dentro dei limiti fissati dalla legge;
limiti
Tali scelte tuttavia finirono con produrre anche effetti negativi come l'assistenzialismo, e un consistente aumento del debito pubblico.
il pentapartito
Gli anni '80 vedono la fine delle emergenze che avevano giustificato la formula della solidarietà nazionale: l'emergenza terrorismo e la spirale inflazionistica. Il terrorismo riesce ancora a mettere a segno qualche colpo, ma si tratta ormai di un fenomeno vecchio e stanco, privo di qualsiasi speranza di successo. La crisi economica che aveva dominato gran parte degli anni '70 lascia il passo a una ripresa.
La formula del pentapartito vede l'allontanamento del PCI dalla maggioranza (gennaio '79) e un ritorno della alleanza tra DC e PSI, insieme ai partiti minori, PSDI, PRI e, novità, il PLI, appunto cinque (in greco penta) partiti.
condizioni

In profondità la svolta del pentapartito ha come radice un rafforzamento del settore terziario (dunque impegatizio) rispetto a quello secondario (=operaio): nel 1985 gli addetti al settore terziario erano il 54%, mentre gli addetti all'industria erano scesi al 33%; ora, poiché la classe operaia era il serbatoio elettorale del PCI e della sinistra più estrema, il suo declino numerico non poteva non comportare strutturalmente un declino della prospettiva politica che le era tradizionalmente collegata; viceversa il PSI, soprattutto nella veste che seppe dargli il nuovo segretario Bettino Craxi attirava molte simpatie nel settore impiegatizio, attento sì a che i propri diritti di lavoratori fossero tutelati, ma pragmaticamente, senza avventurismi ideologici.
Dunque scende il PCI e sale il PSI di Craxi.
il declino del PCI e del sindacalismo
Il PCI declinava sia per lo sgonfiamento numerico della sua tradizionale base elettorale, la classe operaia, sia per i crescenti rovesci del comunismo sul piano internazionale (l'invasione sovietica dell'Afganistan, gli scontri tra Cina e Vietnam, le stragi di Pol-Pot in Cambogia ecc.).
Gli stessi sindacati perdevano potere e prestigio: emblematica fu la “marcia dei 40.000” a Torino nel 1980, allorché gli stessi lavoratori torinesi (in 40.000 appunto) condannarono la linea, giudicata troppo intransigente, di CGIL-CISL-UIL sui progetti di ristrutturazione della FIAT, linea che aveva dato vita a uno sciopero a oltranza, in corso ormai da 34 giorni. Da quel momento i confederali cominciarono a perdere terreno, rinunciando agli aspetti più ideologici delle loro lotte.
Craxi
Craxi, uno dei protagonisti della vita politica degli anni '80, diede al PSI una decisa svolta filoccidentale, rompendo le ambiguità in cui fino allora tale partito era rimasto, critico verso il comunismo sovietico, ma fino a un certo punto. Craxi stabilì eccellenti rapporti con gli Stati Uniti, compreso un personale rapporto di grande fiducia e di amicizia col presidente Reagan , da cui pure lo divideva una valutazione diversa (meno sbilanciatamente filoisraeliana) sulla questione israelo-palestinese. In pratica Craxi guardava all'esempio della SPD tedesca come partito decisamente filooccidentale e anticomunista, così come guardava con interesse all'esperienza francese di Mitterand, dove i socialisti erano egemoni nella sinistra, con un partito comunista francese nettamente subalterno. Così anche Craxi puntava su una sinistra italiana a egemonia socialista, ossia a egemonia sostanzialmente socialdemocratica.
contenuti
- lo sviluppo economico
Gli anni '80 sono anni di ripresa economica, specie dall'84: le esportazioni riprendono e si ha un grande sviluppo delle piccole e medie imprese, capaci di una flessibilità maggiore delle grandi, caratterizzate da innovazione tecnologica e alta produttività
L'inflazione, anche in relazione alla ripresa, scende nettamente. Una qualche incidenza su tale risultato va attribuita al ridimensionamento della scala mobile (effettuato da Craxi nell'84 e invano avversato con un referendum nell'85), con cui gli aumenti salariali non corrispondevano più automaticamente al caro-vita, una scelta questa che si colloca nel contesto del già accennato indebolimento del potere dei sindacati.
- il nuovo concordato
- Siglato nel 1985 con la Chiesa cattolica: fu un altro importante successo di Craxi.
- aspetti negativi
-
Anzitutto va segnalato un aumento del fenomeno dell'assistenzialismo e un aumento vertiginoso del debito pubblico; si creò un circolo vizioso riguardo ai titoli di stato (BOT e CCT), che gli italiani compravano volentieri, come fonte certa di guadagno, ma che servivano in gran parte per finanziare appunto il debito pubblico;
Ci fu poi un aumento della malavita organizzata, in particolare della mafia, che arrivò, nell'82, a uccidere il gen. Carlo Alberto Della Chiesa, prefetto di Palermo con speciali poteri antimafia.
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