Di Pietro

Prima Repubblica: la fine

una fine ingiustamente ingloriosa

come finì la Prima Repubblica

manifesto elettorale DC
manifesto elettorale DC

Decisivo fu il crollo del comunismo, preparato dalla politica di deciso riarmo dell'Occidente, voluta da Ronald Reagan (col suo progetto di cioè la capacità, sviluppata dagli USA di intercettare missili nemici prima che giungessero a destinazione, neutralizzando così la minaccia nucleare sovietica“guerre stellari”) simboleggiato dalla il muro di Berlino abbattuto dai manifestanticaduta del muro di Berlino: a quel punto infatti, scioltasi l'Unione sovietica e diventati democratici i paesi dell'Est (dalla Polonia alla Bulgaria, dalla Germani Est alla Cecoslovacchia e all'Ungheria e alla Romania) fino allora suoi satelliti, il comunismo non faceva più paura.

dalla forzata convergenza al centro ...

E quindi non era più necessario convergere sulla DC (e sui partiti che l'avevano affiancata al governo). La DC infatti, partito di ispirazione cattolica, era stato fino allora votato anche da non cattolici, che vedevano in essa la “diga” contro il pericolo comunista.

Famosa fu l'espressione di Indro Montanelli, giornalista conservatore (fondatore del Il Giornale, dopo aver abbaondato il Corriere della Sera, perché troppo di sinistra) e il suo vero nome era “Cilindro”, di cui Indro era una abbreviazione, e il suoi genitori, accaniti anticlericali toscani, lo chiamarono così per evitare di dargli il nome di un santo (cristiano)anticlericale, che disse di votare DC «turandosi il naso» (cioè sorvolando su tutte le magagne da lui attribuite alla DC, dato che era prioritario avere un partito che fronteggiasse il PCI, il Partito comunista più forte dell'Occidente).

Per cui gli elettori che avevano sempre votato DC (come pure gli altri partiti “di centro”) potevano finalmente scegliere per chi votare, senza essere più forzati a scegliere il male minore, “turandosi il naso”. Così i partiti che erano sempre stati al governo per tutta al prima Repubblica cominciarono a perdere voti e favore di nuove formazioni, soprattutto la Lega, al Nord (minor successo ebbero altre liste “meteora”, come la Rete di Leoluca Orlando in Sicilia).

Nella prima Repubblica si parlava di una “viscosità” dell'elettorato: le differenti percentuali ottenute dai partiti nelle diverse elezioni erano minime: pochi punti percentuali. Il panorama politico era perciò stabile (o, se si preferisce, ingessato), appunto per la necessità di far quadrato contro il comunismo.

.. all'exploit della Lega

vignetta della Lega
stemma della Lega

Per questo quando la stemma della LegaLega di Bossi nelle elezioni del 1990 ebbe un exploit senza precedenti ci fu un terremoto tra politici e giornalisti.

La Lega, fino allora al di sotto dell'1%, ebbe in Lombardia, la regione economicamente più importante d'Italia, il 18,9% (cioè più del PCI che arretrò al 18,8%), e in Piemonte e Veneto superò il 5%. I partiti tradizionali cominciarono a tremare. La loro fine si avvicinava.

In seguito la Lega, che pescava soprattutto tra artigiani e piccola/media borghesia ostile a) alle tasse (che alimentavano l'assistenzialismo, di cui il Sud aveva fino allora vissuto, alle spalle del Nord, la “gallina dalle uova d'oro”, come nell'immagine), b) al centralismo “romano” (di “Roma ladrona”, a cui “la Lega non perdona”), in nome del federalismo (se non della secessione), e c) alla presenza di meridionali al Nord, crebbe ulteriormente. Facendo a un certo punto mettere in forse l'unità nazionale, per la presenza, nella Lega Nord, di spinte secessioniste.

il terremoto Mani Pulite

Di Pietro
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Questa situazione di crisi rese possibile quello che fino allora non era stato possibile (si verificava infatti il ricorrente fenomeno degli insabbiamenti: capitava sì che dei politici potenti talora venissero indagati, ma dopo poco tutto veniva messo a tacere, e ci si dimenticava degli “scandali”, di cui essi erano accusati): parte in grande stile una massiccia operazione giudiziaria a carico di moltissimi esponenti politici di primo della Prima Repubblica, tra cui Bettino Craxi. La punta di diamante di tale mobilitazione giudiziaria fu l'operazione Mani Pulite, condotta da un team di magistrati, tra cui spiccava Antonio Di Pietro.

Mani pulite fu all'epoca accompagnata da un generale, diffusissimo consenso “popolare”. Anche successivamente non mancarono critiche anche pesanti, sia sulla loro effettiva utilità (dato che gli stessi magistrati che la condussero hanno poi ammesso di non essere riusciti a estirpare la corruzione, che era il loro principale, dichiarato, obbiettivo), sia sulla loro reale imparzialità (visto che alcune aree politiche, che pure avevano condiviso responsabilità di governo, a livello soprattutto locale, rimasero stranamente indenni da condanne giudiziarie).

Tra le indagini giudiziarie e la crisi dei partiti della Prima Repubblica si innesca così un circuito di reciproco rafforzamento, che porta a un declino spettacolare di DC e PSI.

Per approfondire il tema di Mani Pulite.

il colpo di grazia

il nome

Prima (e quindi Seconda Repubblica) dovrebbe in realtà designare un passaggio da un sistema costituzionale a un altro. Mentre quello che avvenne in Italia fu semplicemente un cambiamento di legge elettorale, lasciando inalterata la Costituzione.

Si è trattato insomma di un cambiamento politico, non costituzionale. Tuttavia esso è stato effettivamente così radicale da giustificare l'uso del lessico Prima e Seconda Repubblica, mutuato in realtà dalla storia politica della Francia.

Ma la vera e propria fine della Prima Repubblica, da un punto di vista formale-istituzionale, avvenne col referendum del 1993, che abolì la quota proporzionale nella elezione del Senato, spianando in pratica la strada alla adozione generalizzata di un sistema maggioritario.

L'82,7% dei votanti scelse di abrogare quel proporzionale che era stato in qualche modo un fattore istituzionale essenziale della Prima Repubblica. Col proporzionale si hanno tanti partiti, anche piccoli, e nella Prima Repubblica si aveva un centro necessariamente e sempre al potere, con una destra estrema (il MSI) e una sinistra estrema (il PCI) “condannate” di fatto a una “eterna” opposizione.

Ora invece, col maggioritario viene spappolato il centro si forza la scelta tra due schieramenti alternativi: destra e sinistra.

Nasce così, sulle ceneri di una Prima Repubblica a cui vennero, ingiustamente, attribuite “tutte le colpe del mondo”, la Seconda Repubblica, con una destra (a lungo) egemonizzata da Silvio Berlusconi, amico ed erede di quel Bettino Craxi, principale bersaglio di Mani Pulite, e morto “in esilio” ad Hammamet, in Tunisia, e una sinistra, egemonizzata dall'ex partito comunista, che cambia nome, diventando PDS, poi DS, per poi fondersi con quanto restava della sinistra DC nel PD.

Nello schema qui sotto si riassumono i passaggi essenziali fin qui visti.

schema sulla crisi della prima Repubblica
schema sulla crisi della prima Repubblica

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