Cristianesimo e islam

Pillole comparative

nota bene

Una certa mentalità indifferentistica sostiene uno schema secondo cui "tutte le religioni si equivalgono" (sottinteso: "essendo tutte false").

Noi, che pure rispettiamo e stimiamo le persone di credenza maomettana, per l'esperienza di liberazione che Cristo ci permette, vogliamo difendere la presenza storica di Cristo, cioè la Chiesa, da quella che riteniamo siano ingiuste accuse.

Lo facciamo comparando, in modo appena accennato, certi temi storicamente nodali.

Lo facciamo, confidando nel fatto che credere in Dio implica credere nella verità, e che nessuno che neghi la verità può pensare di essere in pace con il Creatore della realtà.

inquisizione

Secondo una certa vulgata pseudostorica, l'Inquisizione sarebbe una pecca specifica del solo Cristianesimo, da cui altre religioni, in particolare l'Islam, sarebbero del tutto immuni.

Ma guardiamo a ciò che ci è più facilmente constatabile, cioè il presente. Che cosa vediamo nel presente? Forse che nel mondo islamico che è sotto i nostri occhi non esiste il concetto di eterodossia? Forse che tutti possono dire tutto? Non esistono forse reati di opinione?

C'è una parola che è ormai diventata familiare, fatwa, una sentenza, che puà anche essere di condanna a morte, emessa da una autorità religiosa islamica.

Davanti a una fatwa uno non può difendersi, può solo sperare di riuscire a nascondersi bene, e che nessuno dei suoi più intimi amici e congiunti non lo tradisca.

Al confronto il procedimento inquisitoriale è fior di garantismo: c'è un vero processo, e l'inquisito può sempre, e fino all'ultimo ritrattare e sfuggire alla pena capitale.

Riassumendo, in uno specchietto comparativo:

l'Inquisizione cristiana la repressione islamica
inzia dopo 12 secoli di storia cristiana e dura in tutto meno di due secoli e mezzo: un piccolo segmento in una storia di 20 secoli accompagna tutta la storia dell'Islam, essendo prevista dal Corano e tutt'oggi non accenna a scomparire (si veda il caso di Rushdie e di Theo van Gogh)
colpiva solo chi era dichiaratamente cristiano (e pretendeva di essere solo lui vero cristiano) può colpire tutti, mussulmani e non, anche chi non si interessa di problemi religiosi (Theo van Gogh non era mussulmano)
dà la possibilità all'accusato di difendersi non dà la possibilità all'accusato di difendersi
crociate

La crociata cristiana, nella misura in cui è stata religiosamente significata e mossa (e sappiamo che le crociate sono state anche, ma non solo questo), rappresenta una risposta autodifensiva davanti a una violenza, quella dei Turchi Selgiuchidi, che a differenza degli Arabi, impedivano i pellegrinaggi in Terra Santa e rendevano la vita della comunità cristiana là residente molto difficile.

Non esistono crociate nei primi secoli del Cristianesimo, che si diffonde grazie alla testimonianza personale, e grazie al sacrificio cruento di centinaia di migliaia di credenti, messi a morte dall'Impero Romano.

Molti comportamenti bellicosi attuati da sovrani cristiani vennero condannati dall'autorità ecclesiale: memorabile il caso di Teodosio, pubblicamente sconfessato da S.Ambrogio.

Le crociate furono limitate, nel tempo e nello spazio: riguardarono la sola piccola striscia di terra che va sotto il nome di Terra Santa, in pratica l'attuale Palestina più il Libano, e si racchiudono in un arco temporale di meno di due secoli (fine XI sec. fine XIII sec.).

Il resto delle guerre che il mondo cristiano ha sostenuto, in 20 secoli, sono state guerre motivate politicamente, decise dal potere politico nella sua autonomia.

le crociate la Jihad
hanno un carattere difensivo, circoscritto mira alla diffusione dell'Islam
riguardano un breve tratto della storia cristiana, e solo dopo XI secoli accompagna l'Islam dal suo nascere e gli è coessenziale
riguardano un piccolo territorio è grazie alla Guerra Santa che l'islam si è diffuso in territori vastissimi, dall'India al Senegal, dalla Spagna alla penisola iberica.
privilegi e discriminazioni

Anche il cristianesimo, come del resto moltissimi altri fenomeni religiosi, ha quanto meno convissuto con una forma statale che discriminava i non-cristiani.

Si trattava di impedimenti all'accesso alle più alte responsabilità della sfera pubblica. Queste restrizioni sono variate da paese a paese, e da epoca a epoca, iniziando secoli dopo l'avvento del cristianesimo, e scomparendo del tutto nel XIX secolo.

Va detto però che le società islamiche hanno attuato una ben più profonda forma di discriminazione verso i non mussulmani: non si trattava solo di non poter accedere ad alte cariche statali, ma di essere oggetto di una vera e propria vessazione, tesa a creare condizioni di vita così insopportabili da spingere, per disperazione, alla conversione all'islam.

Che cosa infatti comportava e comporta la condizioni dhimmi (cioè di non-mussulmani, in pratica cristiani e ebrei)?

Degli svantaggi non solo sul piano fiscale, con il pagamento di una tassa speciale, ma una diseguaglianza giuridica vertiginosa.

Pensiamo solo al fatto che uccidere un non-mussulmano comporta, per un mussulmano, nel peggiore dei casi una semplice ammenda. Ovviamente se invece è un non-mussulmano ad avere ammazzato un mussulmano la pena capitale è assicurata.

Non ci vuole molta fantasia per pensare quali conseguenze discendono da questa discriminazione giuridica: nei dhimmi si crea una situazione di soggezione, per cui qualsiasi sopruso può essere accettato, pur di non urtare la sensibilità (e non solo religiosa!) dei dominatori mussulmani.

la discriminazione giuridica
in campo cristiano in campo islamico
mira a impedire che salgano al vertice del potere politico personalità ostili al cristianesimo mira alla conversione all'Islam, angariando e terrorizzando i non-mussulmani
riguarda solo chi ambisce al potere riguarda tutti
impedisce di arrivare a 100 rende devastante anche il 50, il 30, il 10
scienza

Anche qui la vulgata predominante sui libri di testo vorrebbe un Islam illuminato e aperto alla scienza e un Chiesa chiusa e oscurantisca, vedi i vari casi Galileo, Darwin, e magari anche Freud.

Ma anche qui diciamo: guardiamo ciò che è più sicuramente constatabile e clamorosamente evidente. Che cosa è clamorosamente evidente, sotto i nostri occhi?

Che la civiltà che ha sviluppato scienza e tecnica è quella plasmata dal Cristianesimo, e non quella plasmata dall'Islam.

Galileo sarà pure stato incompreso e vessato, ma è un frutto della civiltà occidentale, di matrice cristiana.

Uno spillo non è più grande di un grattacielo: con tutte le incomprensioni che ci sono state in certi momenti tra scienza e Cristianesimo, il fatto grosso come un grattacielo è che è l'Europa, è l'Occidente ad aver sviluppato la scienza e la tecnica, di cui oggi tutti si avvalgono.

Che cosa ne è della strepitosa fecondità scientifica islamica?
Quale importante scoperta si può attribuire a uno scienziato islamico?
Quanto si insegnano oggi materie scientifiche nelle scuole e nelle università islamiche?

Nè si dica che l'Occidente ha oppresso nei secoli l'Islam, perché anzi ne è stato per secoli minacciato e insidiato (fino a Poitiers, fino a Vienna). Per secoli l'Impero Ottomano è stato una formidabile potenza politica, militare, territoriale, demografica: perché non è riuscito a reggere il confronto con le più piccole e inzialmente meno ricche nazioni occidentali, Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna?

Perchè il formidabile spirito scientifico che avrebbe caratterizzato le splendide corti islamiche non si è tradotto in progresso e sviluppo effettivo?

Sono domande che poniamo: qualcuno sa dare una risposta che non sia il delirio di un complotto sionista?

E se ci fosse qualcosa da rivedere, in termini di autocritica? E se la libera ricerca, per esempio, fosse proibita non tanto da Allah, ma da una leadership che teme di perdere il potere?

Forse val la pena rifletterci...