Appunti sulla libertà
i vari senso del termine, in filosofia
introduzione
La parola libertà ha diversi sensi, come si è già ricordato nel glossario, da cui citiamo:
la libertà esteriore
E' appunto quella che può esserci o meno: non c'è nei regimi dispotici, c'è, in misura maggiore o minore nelle democrazie.
la libertà come forma o libertas minor
qui ci si sofferma più a lungo su questo tipo di libertà, in quanto è, filosoficamente parlando, il più controverso.
condizioni di possibilità
Essa è resa possibile dalla intelligenza (“totius libertatis radix est in ratione posita”, S.Tommaso), che sollevandoci al di sopra del particolare sensibile e dandoci consapevolezza della realtà nella totalità dei suoi fattori, ci consente di paragonare il particolare col tutto, valutandone la congruenza al Destino.
valore
di perfezione | sollevandoci al sopra dell'immediato, ed essendo partecipazione alla Libertà di Dio (aspetto sottolineato soprattutto da S.Tommaso e, tra gli altri da Bausola). | |
è segno egualmente | ||
di imperfezione | in quanto l'uomo può sbagliare, non vedendo perfettamente il nesso tra la felicità (che non può non desiderare) e il Mistero (che solo può colmare quel desiderio). |
sua dimostrabilità
Quanti ammettono la libertà di scelta, ossia soprattutto i filosofi cristiani, divergono poi su alcuni punti in rapporto alla sua evidenza/dimostrabilità.
evidenza immediata ?
[Sì] per alcuni essa è esperibile (così pensava in qualche modo Bausola): la nostra esperienza ci attesta che possiamo scegliere tra diverse alternative.
[NO] per altri essa non è evidente nella nostra esperienza: di fatto noi constatiamo che abbiamo scelto in un certo modo, che scegliamo in un dato momento in un dato modo, senza che nulla ci garantisca che davvero avremmo potuto o potremmo scegliere altrimenti (cfr. V.Melchiorre).
dimostrabilità
La filosofia cristiana ammette la dimostrabilità della libertà di scelta. Essa si impernia essenzialmente sulla modalità conoscitiva della creatura spirituale, cioè l'intelligenza, che è coscienza dell'universale, della totalità, che consente di paragonare un particolare col tutto, con cammino verso il destino di autorealizzazione.
Melchiorre, almeno nei suoi scritti degli anni '80, pone la radice della libertà (e della sua dimostrabilità) nella distanza tra l'ente e l'Essere, per cui la conoscenza di cui l'ente dispone non gli consente di esaurire l'Essere e lo pone perciò in uno stato, diciamo così, di fluttuazione.
Tale tesi non ci pare sostenibile come tale, in quanto la creatura, per essere davvero responsabile, deve poter conoscere con nitidezza quanto le è necessario per una scelta responsabile. Non si può "giocare ai dadi" con le scelte essenziali della vita.
Bausola seguiva una via più vicina alla tradizione tomista, affiancandovi peraltro una sua riflessione sulla impossibilità del determinismo.
la libertà come contenuto o libertas maior
Essa è tanto più raggiunta quanto più uno è sé stesso, si realizza. E quindi i suoi atti rispecchiano ciò che è interiormente, ovvero il suo agire va nella direzione della soddisfazione del desiderio di felicità che intimamente ci costituisce.