La scienza II: i primi sviluppi
un esordio difficile
il rapporto con la filosofia
Influenza della scienza sulla filosofia
A livello metodologico la filosofia moderna subisce l'influenza del modello scientifico nella grande importanza che molti filosofi moderni, da Galileo a Cartesio, da Spinoza a Leibniz (senza escludere Hobbes, e altri empiristi) danno alla matematica, come conoscenza certa e rigorosa. E' auspicio di molti filosofi moderni rendere anche la filosofia una inoppugnabile concatenazione di verità. Insomma molta filosofia moderna sviluppa una tendenza al matematismo, e poco o tanto al razionalismo
Un'altro tratto della filosofia moderna influenzato dalla scienza è la analiticità e una crescente disaffezione alla sinteticità propria della metafisica. Lo notava von Balthasar: vi è nell'uomo moderno una incapacità di porsi le domande ultime, sintetiche, sul senso della realtà. Gli occhi dell'uomo moderno sono diventati un pò come quelli delle mosche, sfaccettati: adatti ad analizzare un settore circoscritto, ma disabituati a una visione d'insieme.
A livello contenutistico, il meccanicismo, ossia la riduzione del reale a materia plasmabile (per cui non esistono forme, né esistono qualità) è il più importante lascito della scienza alla filosofia moderna, che di fatto lo abbraccia quasi unanimemente.
Ma in ciò si cela un errore. Infatti la scienza, che è una sorta di "esperienza secondaria", non può mettere in crisi quella che è l'esperienza primaria, sulla quale si fonda (come un ramo, non può essere senza un tronco).
E' poi ovvio che la scienza non trovi che il matematizzabile, per la ragione semplicissima che filtra tutto attraverso griglie matematiche, che sono quantitative (come chi si mettesse delle lenti gialle, vedrebbe tutto giallo).
Bisogna poi ricordare che la nostra conoscenza è imperfetta: in un certo senso non conosciamo le cose "come sono in sé" (cioè come le conosce Dio).
Influenza della filosofia sulla scienza
In ultima analisi è questo che è accaduto: non la scienza in quanto tale, ma una certa interpretazione di essa, interpretazione che è comunque filosofica, ha condizionato la cultura e la filosofia moderna e contemporanea.
La scienza in particolare non può, se condotta con serietà, allontanare dal vero, dall'Assoluto. Sintomo di ciò sia il fatto che i massimi scienziati che la storia ricordi erano comunque dei credenti: così Galileo, così Newton, così Einstein, così Fermi e Medi.
Noi pensiamo che i dati realmente scientifici portino a confermare la visione cristiana della realtà.
1) Così l'eliocentrismo può essere visto come simbolo della centralità di Cristo, Sole di giustizia, intorno a cui ruota la terra (/l'uomo). L'analogia Cristo/Sole è nel Nuovo Testamento e nella tradizione liturgico/patristica (molti inni cristiani sono costruiti su tale analogia), e ciò è comprensibile: come il Sole fisico, Cristo, Sole metafisico, illumina e riscalda la mente e il cuore dell'uomo che a Lui si apra. Ma la scienza ci ha aiutato a capire ancora meglio l'analogia: perché il Sole irraggia luce e calore a prezzo di una sorta di "sacrificio di sé", "consumandosi" in luce e calore, è così Cristo ci rende partecipi della sua luce e del suo amore a prezzo della Sua Croce, avendo dato la Sua vita per i suoi amici.
2) Così le leggi di Keplero potrebbero essere viste come simbolo della variabilità dell'ethos umano, drammaticamente richiesto di una scelta che può cambiare nel tempo, con questa legge che quanto più l'uomo (/come ogni pianeta) è vicino a Cristo (come al Sole), tanto più è in movimento, si muove velocemente, alacremente (già Dante nella Divina Commedia identificava il male con una plumbea immobilità: quella in cui giace, perennemente ghiacciato, Lucifero al centro della Terra).
3) Così, infine la legge di Newton potrebbe essere vista come simbolo della verità esistenziale per cui una personalità attrae tanto più quanto più è consistente, pesante. E pesa, ha davvero i piedi per terra non chi segue una fallace astuzia, ma chi è radicato nel centro ontologico della realtà.
gli inizi della scienza: il nodo dell'eliocentrismo
Com'è noto è l'astronomia a guidare gli inizi della scienza moderna, e Copernico (1473/1543) è l'autore ritenuto simbolo della discontinuità con il passato (donde appunto il nome di rivoluzione copernicana).
la portata scientifica reale del copernicanesimo
Vanno evidenziati però i seguenti punti:
- La teoria eliocentrica non era nuova: in età antica ad esempio Aristarco di Samo, Iceta di Siracusa, Eraclide Pontico e diversi pitagorici, l'aveva sostenuta;
- Copernico non formula la sua teoria in base a dei fatti nuovi da lui scoperti, ma in base a ragionamenti; il copernicanesimo dunque non nasce con una base sperimentale, ma teorica;
- restano in Copernico molti elementi tradizionali: ad esempio l'idea della finitezza del cosmo, quella di orbite circolari (essendo il cerchio la figura perfetta, che sola dunque si addiceva ai corpi celesti, ritenuti superiori a quelli terrestri) e l'idea dell'esistenza di vere e proprie sfere celesti concentriche, che trascinerebbero con sé i pianeti, come pensava Aristotele (questa teoria sarebbe stata superata poi da Brahe, essendo incompatibile sia con il suo sistema, che fa intersecare il moto dei pianeti attorno al Sole con moto di quest'ultimo attorno alla Terra, sia con il moto delle comete, che attraversano il cielo senza incontrare resistenze, quali invece dovrebbero opporre delle sfere solide); inoltre per Copernico i moti naturali dei corpi sulla Terra sono moti rettilinei verso i luoghi naturali degli elementi, dall'alto verso il basso per acqua e terra e dal basso verso l'alto per aria e fuoco: egli crede ancora, aristotelicamente, che sulla Terra vigano leggi fisiche diverse da quelle che vigono in cielo.
- La prova certa dell'eliocentrismo non venne dunque fornita da Copernico, e nemmeno da Galileo, ma sarebbe stata fornita solo nel 1728, da James Bradley, che osservò il fenomeno della aberrazione astronomica.
le obiezioni anticopernicane
obiezioni teologiche
Le obiezioni contro l'eliocentrismo, è noto, furono anche di natura teologica: togliere la terra dal centro dell'universo voleva dire spodestare l'uomo dalla sua posizione centrale. Per il Cristianesimo, ma anche per ebraismo e islam, l'uomo è al centro del disegno di Dio creatore, e il cosmo è stato creato ed esiste in sua funzione; a questa centralità, diciamo così, valoriale, si riteneva fosse massimamente confacente una centralità anche spaziale. Perciò i teologi non accolsero, mediamente, con favore, la nuova teoria.
obiezioni scientifiche
Esistevano però anche delle obiezioni di merito, basate non sulla fede, ma sulla ragione. Ad esempio le seguenti:
- se la terra si muovesse, dovremmo osservare un moto degli oggetti non saldamente ancorati alla terra in direzione opposta a quella in cui avverrebbe lo spostamento della terra (l'obiezione suppone una non conoscenza del principio di relatività del moto e della legge della gravitazione: che in effetti non erano ancora state scoperte);
- analogamente, se la terra si muovesse, dovremmo osservare che un grave che fosse lanciato da una torre dovrebbe cadere non in parallelo alla torre, ma obliquamente, spostandosi in direzione opposta al moto della terra;
- se la terra si muovesse, dovremmo osservare il fenomeno chiamato poi parallasse, ossia uno spostamento annuo delle stelle speculare al moto della terra attorno al Sole.
Si tratta di obiezioni che il cammino della scienza avrebbe sciolto, ma che al tempo di Copernico, avevano una loro plausibilità. Il che non vuol sminuire Copernico, ma dare il senso della problematicità dello sviluppo scientifico.
⚖ Per un giudizio
Che ci sia stato uno sviluppo della scienza è cosa in sé positiva. L'uomo è chiamato a conoscere la verità, e non esiste alcuna verità che debba essere temuta o censurata.
La tecnica, che dalla scienza è nata, è lei pure qualcosa di in sé positivo: all'uomo è stato affidato un compito centrale nella natura ("assoggettate la terra e dominatela", cfr. Gn, 1, 26).
D'altro lato, non la scienza e la tecnica, ma l'uso che della scienza e della tecnica è stato spesso fatto va visto come parzialmente negativo. Il sapere scientifico è stato talora usato come esaustivo di tutta la conoscenza, alternativo e non complementare al sapere filosofico-teologico: e questo non è positivo. Parallelamente la tecnica è stata usata come strumento non solo di un dominio (rispettoso e armonico) ma di un devastante sfruttamento della natura. E anche questo, come molti ormai pensano, è talmente negativo da mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza dell'uomo sulla Terra.
Occorre dunque coltivare anche questi settori, ma dentro un contesto adeguato, che solo un riferimento alla totalità di significato può assicurare.
📚 Bibliografia essenziale
- Evandro Agazzi, Storia della scienza, Roma 1984(
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- Arthur Koestler, The Sleepwalkers: A History of Man's Changing Vision of the Universe, London 1959, tr.it. I sonnambuli, Jaca Book, Milano 2021 (
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- Paolo Musso, La scienza e l'idea di ragione , Milano 20192(
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- Rodney Stark, The victory of reason. How Christianity Led to Freedom, Capitalism, and Western Success, New York 2005, tr.it. La vittoria della ragione, Lindau, Torino 2006 (
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