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6 agosto 1920

Il primo congresso dell'internazionale comunista non fissò alcuna condizione particolare per l'ammissione dei partiti alla Terza internazionale. Quando fu convocato il primo congresso nella maggior parte delle nazioni esistevano soltanto dei movimenti e dei gruppi comunisti.

Il secondo congresso dell'Internazionale comunista si riunisce in ben differenti circostanze. Questa volta nella maggior parte dei paesi non vi sono solo dei movimenti e delle tendenze ma partiti ed organizzazioni comuniste.

Ora si domanda con sempre maggior frequenza d'essere ammessi all'Internazionale comunista da parte di partiti e gruppi che sino a poco prima appartenevano ancora alla Seconda Internazionale ma che non sono in effetti divenuti comunisti. La Seconda Internazionale infine crolla. I partiti a mezza strada tra le due Internazionali ed i partiti di centro, vedendo l'assoluta inutilità della Seconda internazionale, cercano di trovare appoggio nell'Internazionale comunista che sta diventando sempre più forte. Così facendo essi speravano di poter conservare 'autonomia' sufficiente e poter proseguire la loro vecchia politica opportunistica o 'centrista'. L'Internazionale comunista, per un certo verso, sta diventando di moda.

Il desiderio di entrare a far parte dell'Internazionale comunista espresso da qualche importante gruppo 'centrista', conferma indirettamente che questa ha riscosso in tutto il mondo le simpatie della stragrande maggioranza dei lavoratori con coscienza di classe e che ogni giorno sta diventando una forza sempre più consistente.

L'Internazionale comunista è minacciata dai pericolo d'essere ridotta di vitalità da parte di elementi instabili ed irresoluti che ancora non hanno ripudiato l'ideologia della Seconda Internazionale.

Per di più in alcuni partiti maggiori (Italia, Svezia, Norvegia, Jugoslavia ecc.), nei quali la maggioranza ha fatto proprio il punto di vista comunista, sopravvive tuttora un'ala pacifista e riformista che attende soltanto il momento opportuno per rialzare la testa e dare inizio al sabotaggio attivo della rivoluzione proletaria ed aiutare così la borghesia e la Seconda Internazionale.

Nessun comunista dovrebbe dimenticare la lezione della rivoluzione ungherese. Il proletariato pagò a caro prezzo la fusione dei comunisti ungheresi con la cosiddetta sinistra socialdemocratica.

In conseguenza il secondo congresso dell'internazionale comunista ritiene necessario stabilire in modo assolutamente preciso le condizioni d'ammissione di nuovi partiti e far notare a quei partiti che già sono stati ammessi, i doveri loro gravanti.

Il secondo congresso dell'Internazionale comunista stabilisce le seguenti condizioni per l'entrata nell'Internazionale comunista:

1) ogni forma di propaganda e di agitazione deve rivestire carattere schiettamente comunista ed essere in conformità con il programma e con le decisioni dell'Internazionale comunista. Tutta la stampa di partito deve essere diretta da comunisti fidati che abbiano dato prova della loro devozione alla causa del proletariato. La dittatura del proletariato non deve essere vista semplicemente come una comune formula appresa per abitudine; ma deve essere propagandata in modo che la sua necessità risulti comprensibile ad ogni comune lavoratore, uomo o donna, ad ogni soldato o contadino, attraverso i fatti della loro vita quotidiana, che deve essere sottolineata sistematicamente dalla nostra stampa ogni giorno.
La stampa periodica e le altre pubblicazioni, le case editrici del partito, debbono essere completamente subordinate al presidium del partito senza tener conto del fatto che il partito nel suo insieme in un dato momento operi apertamente o sia fuori detta legalità. Non si deve permettere alle case editrici di abusare della loro indipendenza e seguire un indirizzo non interamente conforme alla linea del partito.
Sulle colonne dei giornali, nelle riunioni popolari, nei sindacati e nelle cooperative, ovunque gli aderenti all'internazionale comunista abbiano accesso, si deve denunciare, sistematicamente e senza posa, non solo la borghesia ma anche i suoi fiancheggiatori, i riformisti di tutte le sfumature.

2) Ogni organizzazione che desideri entrare nell'Internazionale comunista, deve, in modo sistematico e pianificato, rimuoverei riformisti ed i centristi da ogni posizione di responsabilità in seno al movimento operaio (organizzazioni di partito, istituti editoriali, sindacati, gruppi parlamentari, cooperative, enti di governo locali) e sostituirli con semplici operai.

3) Praticamente in ogni paese d'Europa e d'America la lotta di classe sta entrando nella fase della guerra civile. In simili circostanze i comunisti non debbono avere fiducia nella legalità borghese. Essi sono tenuti a creare ovunque una organizzazione illegale parallela che al momento decisivo aiuterà il partito a compiere il suo dovere nella rivoluzione. In tutte quelle nazioni in cui, a causa detto stato d'assedio e delle leggi d'emergenza, i comunisti non sono in grado di svolgere tutta la loro attività in modo legale, è assolutamente necessario conciliare il lavoro alla luce del sole con l'attività illegale.

4) L'obbligo di divulgare le idee comuniste comprende in modo particolare l'obbligo di condurre una propaganda sistematica ed energica nelle file dell'esercito. Dove tale agitazione non sia resa possibile da leggi d'emergenza, esse debbono essere continuate illegalmente. Il rifiuto a compiere tale lavoro equivarrebbe ad un abbandono del dovere rivoluzionario ed è incompatibile con l'appartenenza all'Internazionale comunista.

5) Nelle campagne è necessario condurre sistematiche e ben studiate agitazioni. La classe lavoratrice non può consolidare la sua vittoria se con la sua politica non si è assicurata l'appoggio di almeno una parte del proletariato agricolo e dei contadini più poveri e la neutralità di parte della restante popolazione rurale. Attualmente l'attività comunista nelle aree agricole sta assumendo un'importanza di prim'ordine. Essa dovrebbe essere svolta principalmente con l'aiuto del comunista rivoluzionario di città e dei lavoratori rurali che hanno stretto rapporti con la campagna. Trascurare tale lavoro o abbandonarlo in non attendibili mani semiriformiste, equivarrebbe a rinunciare alla rivoluzione proletaria.

6) Ogni partito che desideri entrare nell'Internazionale comunista deve abbandonare non loto ogni dichiarato social-patriottismo, ma anche l'insincerità e l'ipocrisia del social-pacificismo, per convincere sistematicamente i lavoratori che senza il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo .nessuna corte d'arbitraggio internazionale, nessun accordo inteso a limitare gli armamenti, nessuna riorganizzazione democratica della Società delle Nazioni, sarà in grado ai prevenire altre guerre capitaliste.

7) I partiti che desiderino entrare nell'Internazionale comunista sono obbligati a riconoscere l'imprescinclibilità detta rottura completa ed assoluta col riformismo e con la politica di "centro" e debbono propagandare tale rottura il più largamente possibile tra i loro membri, senza di che non si rende possibile nessuna consistente politica comunista. L'internazionale comunista esige che tale rottura sia compiuta al più presto possibile. L'internazionale comunista non può approvare che famosi opportunisti quali Turati, Modigliani, Kautsky, Hilferding, Hilquit, Longuet, Mac-Donald, ecc. possano vantare il diritto di apparire membri dell'Internazionale comunista. Ciò potrebbe soltanto ridurre l'Internazionale comunista sotto molto aspetti, simile a quella Seconda Internazionale che è andata in pezzi.

8) Un atteggiamento particolarmente esplicito e chiaro sulla questione delle colonie e dei popoli oppressi s'impone a quei partiti nelle cui nazioni la borghesia possiede delle colonie ed opprime altre nazioni.
Ogni partito che desideri far parte dell'Internazionale comunista è tenuto a denunciare i trucchi e gli artifici dei "suoi" imperialisti nelle colonie nell'intento di aiutare ogni movimento di liberazione coloniale non solo a parole ma coi fatti, ad esigere l'espulsione dei suoi imperialisti da queste colonie, ad inculcare nei lavoratori del loro paese un atteggiamento sinceramente fraterno verso i lavoratori delle colonie e delle nazioni oppresse e a condurre agitazioni sistematiche tra le truppe del loro paese contro ogni oppressione dei popoli delle colonie.

9) Ogni partito che desideri far parte dell'Internazionale comunista e tenuto a svolgere un'attività sistematica e persistente nei sindacati, nei consigli operai e commissioni di fabbrica, cooperative ed altre organizzazioni di massa dei lavoratori. In queste organizzazioni è necessario istituire delle cellule comuniste che con attività continua e senza tentennamenti dovranno guadagnare sindacati ecc. alla causa comunista. Nel loro lavoro quotidiano le cellule debbono ovunque denunciare le falsità dei social-patrioti e l'instabilità del 'centro'. Le cellule comuniste debbono essere nell'insieme completamente subordinate al partito.

10) Ogni partito appartenente all'Internazionale comunista è tenuto a condurre una guerra inflessibile contro l'internazionale di Amsterdam dei sindacati gialli. Tra i sindacalisti è indispensabile condurre la campagna più vigorosa sulla necessità di rompere con l'Internazionale gialla di Amsterdam. Bisogna inoltre far tutto il possibile per appoggiare l'Associazione internazionale dei sindacati rossi, che aderiscono all'Internazionale comunista che sta ora sorgendo.

11) I partiti che desiderino far parte dell'Internazionale comunista sono obbligati a rivedere il personale dei loro gruppi parlamentari e rimuovere tutti gli elementi non fidati, affinché tali gruppi siano non solo a parole, ma nei fatti, subordinati al presidium, richiedendo ad ogni singolo membro del parlamento che egli subordini l'intera sua attività agli interessi della propaganda e dell'agitazione schiettamente rivoluzionaria.

12) I partiti appartenenti all'Internazionale comunista debbono essere basati sul principio del centralismo democratico. Nell'attuale epoca di acute guerre civili il partito comunista sarà in grado di assolvere ai suoi doveri settanta se la sua organizzazione è il più possibile centralizzata, se vi domina una disciplina di ferro e se la direzione del partito sostenuta dalla fiducia degli appartenenti, ha forza ed autorità ed è munita dei più vasti poteri.

13) Nei paesi in cui i comunisti svolgono la loro attività legalmente, i partiti comunisti debbono, di tanto in tanto, operare una revisione (nuova registrazione) degli iscritti al partito allo scopo di sbarazzarsi di ogni elemento che via sia infiltrato.

14) Ogni partito che desideri entrare nell'Internazionale comunista deve dare appoggio incondizionato alla repubblica sovietica nella sua lotta contro le forze controrivoluzionarie. I partiti comunisti debbono svolgere una propaganda decisa per prevenire ogni invio di armi ai nemici delle repubbliche sovietiche; essi debbono altresì svolgere con ogni mezzo legale o illegale, propaganda tra le truppe mandate a strangolare le repubbliche dei lavoratori.

15) I partiti che tuttora conservano i loro programmi socialdemocratici sono tenuti a rivederli al più presto possibile ed a stendere, in conformità con le speciali condizioni del loro paese, un nuovo programma comunista conforme alle decisioni prese dall'Internazionale comunista. Di regola il programma dì ogni partito appartenente all'Internazionale comunista deve essere ratificato da un regolare congresso dell'Internazionale comunista o dal suo esecutivo. Nel caso in cui il programma di un partito non fosse ratificato dall'esecutivo dell'Internazionale comunista il partito in questione ha il diritto di appellarsi al congresso dell'Internazionale comunista.

16) Tutte le decisioni ad congressi dell'Internazionale comunista come pure le decisioni del suo esecutivo, sono vincolanti per tutti i partiti appartenenti all'Internazionale comunista. L'Internazionale comunista che opera in condizioni di acuta guerra civile deve essere di molto più centralizzata di quanto non lo fosse la Seconda Internazionale. è necessario, naturalmente che l'Internazionale comunista od il suo esecutivo tengano conto nello svolgimento delle loro attività delle diversità di condizioni in cui ogni singolo partito deve lottare e operare e debbono prendere decisioni di generale validità soltanto quando chi sia possibile.

17) Di conseguenza tutti i partiti che desiderino entrare a far parte dell'Internazionale comunista debbono cambiare di nome. Ogni partito che vuol far parte dell'Internazionale comunista dovrà essere chiamato: Partito comunista del paese tal dei tali (sezione dell'Internazionale comunista). Tale questione del nome non è una questione formate ma un argomento politico di grande importanza nella sua intima essenza. L'internazionale comunista ha dichiarato guerra all'intero mondo borghese ed a tutti i partiti gialli socialdemocratici. La differenza tra i partiti comunisti ed i vecchi e ufficiali partiti "socialdemocratici" o "socialisti" che hanno infangato la bandiera della classe operaia deve essere fatta comprendere chiaramente ad ogni semplice operaio.

18) A tutti i principali organi di stampa di tutti i paesi è fatto obbligo di pubblicare qualsiasi documento ufficiale dell'esecutivo dell'Internazionale comunista.

19) Tutti i partiti appartenenti all'Internazionale comunista e quelli che ne hanno fatto domanda di ammissione sono obbligati a tenere un congresso straordinario al più presto possibile ed in ogni caso non oltre quattro mesi dopo il secondo congresso dell'Internazionale comunista, per esaminare tutte le condizioni di ammissione. A tale proposito tutti i centri dei partiti debbono far sì che le decisioni del secondo congresso dell'Internazionale comunista siano Tese note a tutte le organizzazioni periferiche.

20) Quei partiti che desiderino far parte dell'Internazionale comunista ma che non abbiano cambiato radicalmente le loro vecchie tattiche, debbono controllare che, prima di entrare a far parte dell'Internazionale comunista non meno dei due terzi dei membri del loro comitato centrale e di tutti i loro principali organi siano compagni che pubblicamente o dichiaratamente si siano espressi a favore dell'entrata del loro partito nell'Internazionale comunista prima del suo secondo congresso. Sono ammesse eccezioni essa il consenso dell'esecutivo dell'Internazionale comunista. L'esecutivo dell'Internazionale comunista ha anche diritto di fare eccezioni nel caso di rappresentanti del centro citati al punto 7.

21) Quei membri del partito che respingono in linea di principio le condizioni e le tesi esposte dall'Internazionale comunista debbono essere espulsi dal partito. Lo stesso dicasi per tutti i delegati dei congressi straordinari.