dalla Storia della Chiesa, a cura di H.Jedin

Nel «secolo che voleva credere» pullulava la superstizione. Si coltivava l'astrologia, le malattie degli uomini e degli animali venivano ricondotte alla magia, nel teatro la scena era calcata da diavoli e streghe. L'aberrazione più spaventosa della superstizione, i processi alle streghe, fanno nella Germania cattolica come in quella protestante, migliala di vittime innocenti. A Gerolshofen nel vescovado di Würzburg in un solo anno (1616) furono giustiziate 99 streghe; ad Ellwangen (1612) 167; a Treviri e dintorni nel giro di sette anni (1587-93) l'ossessione delle streghe fece 306 vittime, nel cantone di Berna in un decennio (1591-1600) parimenti più di 300. Solo a stento Giovanni Keplero riuscì a salvare sua madre dal rogo. Il duca Enrico Giulio di Braunschweig-Wolfenbüttel (1589-1613) godette della triste nomea di zelante bruciatore di streghe.

L'incriminazione in base a denuncie e l'uso spregiudicato della tortura per estorcere confessioni scatenava gli istinti più bassi; non di rado era la stessa devozione a far sospettare qualcuna come strega. Quantunque «non si conosca neppure un solo caso in cui dei gesuiti abbiano denunciato quelle sventurate all'autorità o abbiano mai permesso la loro condanna al rogo» (Janssen), non di rado si fece loro colpa di aver provocato i processi.

è vero che la maggior parte di loro, come gli altri contemporanei, era ossessionata dall'idea delle streghe, che essi mettevano in rapporto con la possessione diabolica (Giorgio Scherer, Delrìo, Stengel), ma proprio dei moralisti come Tanner e Laymann ammonivano contro sistemi processuali contrari alla giustizia e all'umanità e Federico di Spee (1591-1635), che in qualità di assistente spirituale di molti accusati ne aveva potuto conoscere l'ambascia e la disperazione spaventose, ebbe il coraggio di bollare a fuoco l'insensatezza e l'ingiustizia che gridava vendetta dei metodi processuali, che paragonava ai sistemi usati da Nerone nella persecuzione dei cristiani. Egli incontrò anche nel suo stesso ordine una violenta opposizione: si giunse a suggerirgli di lasciare la Compagnia.
In Spee era la coscienza cristiana che si sollevava contro i processi alle streghe, senza poterli eliminare; era inevitabile che la reazione agli eccessi commessi un giorno mettesse in forse la fede in un mondo trascendente.