Comte, gran sacedote dell'Umanità

testo tratto da La filosofia morale di J.Maritain, tr.it. Morcelliana, Brescia, 1973, pp. 381/3

10. Il lunedì 20 Omero 63, in una lettera al suo discepolo, il dottor Audiffrent 66, Comte annuncia che assisterà egli stesso alla cerimonia inaugurativa del nuovo regime religioso, a Notre-Dame di Parigi, «che deve diventare il grande Tempio occidentale in cui la statua dell'Umanità avrà per piedestallo l'altare di Dio», e che sarà circondato dal «bosco sacro» in cui «saranno riunite le tombe dei. ventiquattro principali grandi uomini dell'Occidente moderno». Un'altra volta, dopo un'altra visione profetica, descrive il Pantheon trasformato in un tempio dell'Umanità. Dopo l'ufficio, una donna piangente grida: «Grazie, Maestro adorato, mi sforzerò di imitare il tuo coraggio e riuscirò nutrendomi dei tuoi esempi. Anche tu hai visto misconoscere la tua generosità e i tuoi sacrifici; ma non sei per questo rimasto meno fedele al dovere. Auguste Comte, padre nostro, fondatore della nostra Santa Chiesa, il tuo ricordo mi guidi e mi sostenga e mi conservi degna figlia dell’Umanità, da questo giorno, fino all’ora della mia morte. Così sia» 67.

La corrispondenza con Audiffrent non manca di particolari singolarmente istruttivi. Vi. troviamo il filosofo che organizza con grande zelo apostolico li «proselitismo femminile» Dopo essersi congratulato con Audiffrent, per i «suoi felici tentativi positivisti presso le belle Marsigliesi» e avergli raccomandato. una «degna propaganda femminile», preferibilmente tra i «degni tipi cattolici» del Sud, egli dichiara, il 20 Carlomagno 63: «Essendo irrevocabilmente diventato per l’Umanità un organo doppio, io mi sento anticipatamente vero fratello e, in caso di bisogno, padre o figlio di ogni degna donna»68.

Si sa con quale imperturbabile gravità Comte adempisse alle sue funzioni pontificali, esigendo, per tutte le decisioni del «supremo organo dell'Umanità», «atto di fede» e «santa venerazione»; «condannando» gli «indegni» positivisti che disprezzano la sua autorità, definendo solennemente le «utopie» proposte ai fedeli dell’Umanità, procedendo all'istituzione dei sacerdozio 69 e dei «nove sacramenti sociali.»70, come al regolamento dei matrimonio positivista, che comporta «l'impegno ad una vedovanza eterna» e la legge di un «trimestre», preliminare «di continenza oggettiva».

Aggiungiamo che i primo matrimonio positivista fu celebrato da Comte nel luglio del 1848. Durante la cerimonia «gli sposi, dopo una degna esortazione sul nuovo matrimonio hanno firmato, tutti in lacrime, il libero impegno alla vedovanza eterna» Il giovedì 28 novembre 1850 Comte conferiva «alla presenza di circa venticinque positivisti dei due sessi», e dopo un discorso di due ore, il «primo sacramento sociale, la presentazione, al bambino» nato di questo matrimonio. I genitori erano poveri operai. Due o tre anni più tardi, si doveva condurre a Bicétre, come spiega Comte in una lettera dell'8 Federico 64, il disgraziato padre, «caduto in uno stato di idiotismo senile in contraddizione con la sua età di trentanove anni», Quest'uomo perseverante ricevette infine, sorto la presidenza d'Auguste Comte, «il sabato 1 Dante 65, l'inumazione pienamente positivista al cimitero di Montparnasse»; e il grande-sacerdote dell'Umanità si preoccupò immediatamente di liberare la sua vedova, «di soli venticinque anni, bella e spirituale», dai legami della vedovanza eterna.


66 Cathéchisme posit., p. 288. Syst. de politique positive, IV, p. 68. Lettres d'Auguste Comte à divers, I, P. I. «Sono persuaso, egli scriveva il 23 Archimede 63 (22 aprile 1851) a Madame de Thoulouze, che, prima dell'anno 1860, io predicherò il positivismo a Nôtre-Dame, come la sola religione reale e completa» (Correspondance inédite, III, p. 101).

67 Cfr «Revue occidentale», settembre 1889, p. 169. «Spesso, dice Longchampt, egli trasformava il Pantheon parigino in primo tempio dell'Umanità; vi collocava le statue, i ritratti e le iscrizioni di tutti quelli di cui i posteri benediranno la memoria. Sull'altare centrale risplendeva l’immagine suprema, una donna di trent'anni che teneva il figlio nelle braccia; davanti all'altare la sedia sacra; tutto attorno le sante vedove. Allora i fedeli affluivano, l'organo gemeva succedendo ad una orchestra armoniosa; poi si levava la voce grave dell'officiante in ginocchio: Amem te plus quam me, salmodiava tre volte, e ogni volta il coro, sostenuto dagli strumenti, rispondeva: nec me nisi propter te». Citato in G. DUMAS, op. cit., p. 220.

68 Cfr. Cathéchisme positiviste, p. 20: «è grazie a lei [‘l’angelica interlocutrice che, dopo un solo anno di influenza obbiettiva, si trova da più dì sei anni, soggettivamente associata a tutti i miei pensieri come a tutti i miei sentimenti’] che io sono diventato infine, per l'Umanità, un organo veramente doppio, come chiunque abbia veramente subito l'ascendente femminile».

69 «Il sacerdozio positivo esige, ancor più del sacerdozio teologico, una completa maturità, soprattutto in virtù della sua immensa preparazione enciclopedica. Ecco perché ho posto l'ordinazione dei sacerdoti dell'Umanità all'età di quarantadue anni, dopo che lo sviluppo corporale e cerebrale si è interamente compiuto del pari che la prima vita sociale». Cathéchisme positiviste, p. 22. Il clero positivista rinuncerà ad ogni ricchezza e ad ogni eredità, ma sarà «nutrito dalla classe attiva», e Colme sì preoccupa di fissare gli stipendi annuali per i diversi gradi sardotali». Ibid., pp. 271 27.

70 Cfr. Cathéchisme positiviste, pp. 116 e ss.

71 «Senza tale complemento, la monogamia diventa illusoria, poiché le nuove nozze producono sempre una poligamia soggettiva, a meno che la precedente sposa non sia dimenticata, il che deve rassicurare ben poco la nuova» Ibid. p. 291.